Un giro di quelli che non si dimenticano, non per la distanza ed il dislivello, ma per la bellezza complessiva dei luoghi e soprattutto per l’emozione che ha regalato a tutti i partecipanti.
Il nostro amico, nonché meccanico di fiducia Federico, di BiciDaMontagna.com Guidonia, già in passato ci aveva coinvolti nella gestione e organizzazione di giri con un fine ben preciso: trascorrere una giornata memorabile, senza cronometro, solo con la voglia di stare insieme e fare qualcosa di unico. Tra questi giri ricordiamo Torretta Night, Pellecchia Night e la Grezza Mangiata, tutti eventi che hanno riscosso un grandissimo successo e che saranno sicuramente ripetuti.
In quelle occasioni abbiamo percorso sentieri a volte molto tecnici, anche di notte, ma in questa occasione volevamo realizzare un giro alla portata di tutti, condito da bei panorami, una bella mangiata, ed anche un po’ di storia e cultura.
Tra le tante opportunità che offre il nostro territorio, abbiamo deciso per i Monti Simbruini, in particolare i siti di Camerata Vecchia e Camposecco, luoghi affascinanti sia per la loro storia che per la bellezza.
Si parte da Camerata Nuova, un bellissimo paesino ai piedi dei Monti Simbruini, fondato dagli abitanti fuggiti da Camorata (conosciuta come Camerata vecchia) a seguito di un vasto incendio che la distrusse nel 1859. La mattina la piazza del paese è gremita di bikers, accorsi anche da lontano sfidando il freddo pungente della mattina. Ci sono gli Emotion Bike, gli amici di MTB All Mountain e tantissimi altri.
Il freddo e la fretta hanno giocato un brutto scherzo a Fabio… giunto a Camerata si è accorto che la ruota anteriore era rimasta a casa…
Nel paese sono presenti diverse attività commerciali, a testimoniare la sua vitalità, e tra queste segnaliamo il caratteristico Bar del Moro, adiacente la piazza del paese, nel quale sono esposte le locandine degli svariati film girati a Camposecco, tra cui Django e, soprattutto, “Lo chiamavano trinità“.
Il folto gruppo si avvia lungo la prima salita, che di è fatto è l’unica salita “dura”, quindi si sale con molta calma anche per dar modo al sangue di irrorare i muscoli, ma la buona compagnia fa passare in fretta questa salita che regala in ogni metro bellissimi scorci panoramici.
Arrivati nei pressi della statua raffigurante la Madonna, dobbiamo affrontare uno strappo molto ripido reso ancora più ostile dal fondo smosso… ma è davvero l’ultimo tratto da pedalare, quindi, chi a piedi, chi in sella, alla fine la si percorre senza problemi.
Camerata vecchia
Camerata vecchia, il cui nome originario era Camorata, fu presumibilmente fondata nei primi del 900, secondo quanto riportato da alcuni ricercatori (fonte) e fu abitata fino al 1859, quando un incendio la rase al suolo. La storia ufficiale narra che l’incendio si innesco all’interno di un’abitazione, ma qualcuno ritiene che questo fu invece provocato volontariamente. Non avendo fonti d’acqua, fu impossibile domare le fiamme, le riserve idriche erano affidate a delle cisterne, tutt’oggi visibili, posizionate sotto le abitazioni e che venivano riempite con l’acqua piovana.
La prima parte di salita ai ruderi di Camerata Vecchia è su una comoda sterrata che offre un panorama unico sia su Camerata Nuova, sia sulle antiche rovine, e sulla strada si incontra anche la chiesa della Madonna delle Grazie, antico luogo di pellegrinaggio ed ancora oggi ben conservata.
Foto di gruppo e poi si parte per l’ultimo breve tratto di sentiero, da percorrere nel finale a piedi per via della pendenza e del fondo, che lo renderà però divertente in discesa 🙂
Siamo giunti alle rovine, ancora ben visibili che lasciano a bocca aperta tutti quanti…
Camposecco
Si riparte alla volta di camposecco, la strada non presenta salite impegnative, l’unico ostacolo è la brina nei punti più in ombra, che copre la strada facendola sembrare innevata… bellissima!
Giunti quasi alla radura, un laghetto artificiale ghiacciato ci regala un altro momento magico e anche di divertimento… qualcuno ha tentato di salirci sopra, ma non appena poggiato il piede sulla lastra di ghiaccio un sonoro CRACK li ha fermati 🙂
Ci siamo, la montagna apre il sipario di rocce e dinanzi a noi si mostra in tutta la sua maestra Camposecco… chiunque abbia visto il film “Lo chiamavano trinità”, alla vista di camposecco riconoscerà quelle rocce e quelle alture.
La magia dura poco, dal rifugio un profumino di carne alla brace ci rimette in sella; ci aspetta Carmine, del gruppo MTB Grezzi Guadagnolo e gli altri amici che ci hanno anticipato con pane, salsiccia, vino e ciambelline…
La sosta però non può durare troppo, il vento teso e la temperatura molto bassa rischia di farci prendere un bel raffreddore e quindi via, l’ultimo sorso di vino, un’altra ciambellina e tutti pronti per la foto di gruppo!
Le discese
Il giro era pensato per essere alla portata a tutti, compresa la discesa… ma nel gruppo c’erano anche riders esperti amanti della discesa tecnica e quindi si è pensato per accontentare tutti di dare la possibilità di scelta:
- lungo la comoda carrareccia fatta per salire
- attraverso un sentiero abbastanza facile alla portata di quasi tutti
- una discesa più “naturale”, con pendenze curve a gomito e fondo smosso.
Il nostro gruppo, guidato da Carmine, ha optato per la terza…
Le prime due opzioni prevedevano la percorrenza della carrareccia fino all’incrocio con il sentiero per Camerata Vecchia, da lì si poteva andare a sinistra e scendere per la carrareccia oppure a destra per la seconda opzione su sentiero.
Per la terza opzione invece, si deve prendere un sentiero che inizia dietro il rifugio, pedalando per qualche altro chilometro prima di raggiungere la discesa, che attraversa i promontori che separano Camerata Vecchia da Camposecco. La prima parte che arriva ai piedi del santuario di Madonna delle Grazie è abbastanza flow, ma il fondo naturale con rami, sassi e foglie, richiede attenzione. La seconda parte della discesa inizia ai piedi di Camerata Vecchia, diventando ancora più ostile, con fondo sempre più smosso e curve a gomito… nulla di impossibile o particolarmente difficile, ma richiede comunque padronanza del mezzo e delle tecniche di guida su sentieri di questo tipo.
Si ringrazia nuovamente Federico per aver organizzato questo giro, Carmine di MTB Grezzi Guadagnolo e tutti quelli che hanno aiutato nella riuscita di questo fantastico evento che avrà sicuramente un seguito negli anni a seguire.