venerdì, Ottobre 18, 2024

Proponiamo un giro ad alto godimento sulla catena montuosa situata tra la valle del fiume Sagittario e la valle del fiume Gizio, per volare sulle creste del Monte Genzana e del Monte Rognone, in un ambiente naturale paesaggisticamente strepitoso, concludendo in bellezza con circa dieci chilometri di discesa technical-flow nel bosco.

Veramente niente stress, in e-bike le salite si fanno tutte in sella, e dopo l’esaltante freeride in cresta, l’interminabile discesa finale regala momenti di pura esaltazione, con un susseguirsi di curve guidate, inframmezzate da ripidi e passaggi su roccia.

Organizzando il giro con recupero auto, il bilancio del dislivello complessivo vede una netta prevaleneza della discesa, con 1.132 + e 1.764 -.

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Volendo evitare trasferimenti in auto, c’è anche l’opzione ad anello, percorsa in un’altra occasione, ma in questo caso diventa necessario affrontare quasi 2mila metri di dislivello cumulato.

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C’è anche una terza possibilità, lasciare l’auto ad Introdacqua, il punto d’arrivo, raggiungendo Rocca Pia, il punto di partenza in bici, con un transfer, l’opzione migliore per andare via a fine giro senza dover recuperare l’altra auto.

Pochi colpi di pedale e si entra in un magnifico bosco che la luce del mattino rende sfavillante.

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L’ascesa è davvero molto piacevole, percorriamo un single-track che si inerpica sinuoso tra le alberature, con brevi tratti più ripidi ma sempre fattibili in sella.

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Rifugio del Pelosello

Giunti al Rifugio del Pelosello, che troviamo aperto, si esce dal bosco e si procede allo scoperto, su un tratto aereo molto suggestivo.

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Presidi di civiltà davvero molto sporadici…

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… essenzialmente legati ad attività pastorale …

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Siamo già a quota 2mila, da Serra Leardi si intravede in lontananza il Monte Genzana.

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Con l’assistenza a palla si pedala fin sulla vetta, a quota 2.170 m slm.

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Una meritata sosta contemplativa, poi si scende a briglia sciolta solcando i pratoni.

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Raggiungiamo in sella anche la seconda vetta di giornata, il Monte Rognone (2.089 m slm)…

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… e rimaniamo estasiati ad ammirare la superba vista sulla valle del Gizio, con al centro Sulmona ed il Monte Amaro sullo sfondo.

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Rigenerati dalla sosta, ci tuffiamo nella Valle del Sagittario, con al centro il lago di Scanno, come un gioiello incastonato.

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.. ma deviamo subito per rimanere in quota, tornando a cavalcare le creste …

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… inframmezzate da qualche breve rilancio, sempre fattibile in sella.

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Qui ogni angolo sembra un’opera d’arte, un mosaico vivente, in cui la natura stessa, come il più grande pittore, ha saputo dosare ogni pennellata per creare un capolavoro di equilibrio e meraviglia.

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Chiude la percorrenza in cresta un tratto più cattivo, con qualche passaggio su roccia esposta da aggredire con convinzione, poi si entra nel bosco ed è di nuovo poesia. Le fronde ondeggiano leggere, creando un mosaico di ombre e bagliori che sembrano pulsare di vita propria, mentre con il suono morbido delle foglie secche che scricchiolano sotto le ruote sembra che il bosco ci stia bisbigliando antichi segreti.

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Il sentiero serpeggia nel cuore del bosco, inframmezzato da ampie terrazze panoramiche che si aprono improvvise tra gli alberi, offrendo scorci mozzafiato sul paesaggio circostante.

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A rendere l’itinerario ancora più avvincente, ripidi improvvisi e passaggi tecnici su roccia esposta tengono l’adrenalina sempre a palla.

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In sintesi, l’itinerario è vario e coinvolgente, capace di appagare sia il desiderio di bellezza, con paesaggi naturali mozzafiato, sia la passione per la guida tecnica in fuoristrada, offrendo un’esperienza dinamica e frizzante ma mai estrema. Un dettaglio importante: assicuratevi di portare con voi una scorta d’acqua sufficiente, poiché lungo il tragitto non sono presenti fonti d’acqua.

Video-sintesi del giro

Album Fotografico

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