Proponiamo un giro ad alto godimento sulla catena montuosa situata tra la valle del fiume Sagittario e la valle del fiume Gizio, per volare sulle creste del Monte Genzana e del Monte Rognone, in un ambiente naturale paesaggisticamente strepitoso, concludendo in bellezza con circa dieci chilometri di discesa technical-flow nel bosco.
Veramente niente stress, in e-bike le salite si fanno tutte in sella, e dopo l’esaltante freeride in cresta, l’interminabile discesa finale regala momenti di pura esaltazione, con un susseguirsi di curve guidate, inframmezzate da ripidi e passaggi su roccia.
Organizzando il giro con recupero auto, il bilancio del dislivello complessivo vede una netta prevaleneza della discesa, con 1.132 + e 1.764 -.
Volendo evitare trasferimenti in auto, c’è anche l’opzione ad anello, percorsa in un’altra occasione, ma in questo caso diventa necessario affrontare quasi 2mila metri di dislivello cumulato.
C’è anche una terza possibilità, lasciare l’auto ad Introdacqua, il punto d’arrivo, raggiungendo Rocca Pia, il punto di partenza in bici, con un transfer, l’opzione migliore per andare via a fine giro senza dover recuperare l’altra auto.
Pochi colpi di pedale e si entra in un magnifico bosco che la luce del mattino rende sfavillante.
L’ascesa è davvero molto piacevole, percorriamo un single-track che si inerpica sinuoso tra le alberature, con brevi tratti più ripidi ma sempre fattibili in sella.
Rifugio del Pelosello
Giunti al Rifugio del Pelosello, che troviamo aperto, si esce dal bosco e si procede allo scoperto, su un tratto aereo molto suggestivo.
Presidi di civiltà davvero molto sporadici…
… essenzialmente legati ad attività pastorale …
Siamo già a quota 2mila, da Serra Leardi si intravede in lontananza il Monte Genzana.
Con l’assistenza a palla si pedala fin sulla vetta, a quota 2.170 m slm.
Una meritata sosta contemplativa, poi si scende a briglia sciolta solcando i pratoni.
Raggiungiamo in sella anche la seconda vetta di giornata, il Monte Rognone (2.089 m slm)…
… e rimaniamo estasiati ad ammirare la superba vista sulla valle del Gizio, con al centro Sulmona ed il Monte Amaro sullo sfondo.
Rigenerati dalla sosta, ci tuffiamo nella Valle del Sagittario, con al centro il lago di Scanno, come un gioiello incastonato.
.. ma deviamo subito per rimanere in quota, tornando a cavalcare le creste …
… inframmezzate da qualche breve rilancio, sempre fattibile in sella.
Qui ogni angolo sembra un’opera d’arte, un mosaico vivente, in cui la natura stessa, come il più grande pittore, ha saputo dosare ogni pennellata per creare un capolavoro di equilibrio e meraviglia.
Chiude la percorrenza in cresta un tratto più cattivo, con qualche passaggio su roccia esposta da aggredire con convinzione, poi si entra nel bosco ed è di nuovo poesia. Le fronde ondeggiano leggere, creando un mosaico di ombre e bagliori che sembrano pulsare di vita propria, mentre con il suono morbido delle foglie secche che scricchiolano sotto le ruote sembra che il bosco ci stia bisbigliando antichi segreti.
Il sentiero serpeggia nel cuore del bosco, inframmezzato da ampie terrazze panoramiche che si aprono improvvise tra gli alberi, offrendo scorci mozzafiato sul paesaggio circostante.
A rendere l’itinerario ancora più avvincente, ripidi improvvisi e passaggi tecnici su roccia esposta tengono l’adrenalina sempre a palla.
In sintesi, l’itinerario è vario e coinvolgente, capace di appagare sia il desiderio di bellezza, con paesaggi naturali mozzafiato, sia la passione per la guida tecnica in fuoristrada, offrendo un’esperienza dinamica e frizzante ma mai estrema. Un dettaglio importante: assicuratevi di portare con voi una scorta d’acqua sufficiente, poiché lungo il tragitto non sono presenti fonti d’acqua.