Un classico degli Ernici meridionali, condito però con un po’ di wild, indicato per chi ama i percorsi molto tecnici e non disdegna lo spingismo.
Le due discese regine della zona sono senza ombra di dubbio il 624 e il 623, bellissime, entrambe molto tecniche. In genere, o si fa l’una o l’altra, ma noi, sfruttando le tracce del padrone di casa, Armando dei Bikersorani, siamo riusciti a farle entrambe in un unico giro, onorando anche la vetta del Serra Alta che con i suoi 1720 mt di altezza rappresenta la montagna simbolo della zona.
Il giro essendo di per se abbastanza lungo prevede però un piccolo recupero auto da Sora, ai ripetitori sopra Colle Mezzano, per risparmiare soprattutto tempo più che dislivello.
Si parte con la classica salita per il 622 ai Tre Valloni tristemente nota per i suoi ramponi di cemento con pendenze oltre il 20%
Qui invece di proseguire per il Rifugio Trombetta deviamo a dx per un fuori sentiero non segnato che ci fa immergere nel wild più assoluto…
dove si pedala poco, è vero, ma l’ambiente è superlativo…
che poi chi l’ha detto che si pedala poco ?
volete mettere spingere qui cosa significa ?
Certo, rispetto allo stradone del Trombetta è un’altra cosa, ma a noi piace stare più a contatto con la natura incontaminata, a costo di dover fare qualche sacrificio in più !
Il taglio si ricollega allo stradone in prossimità della salita all’Acereto, era in programma anche questa variante, ma siccome Enrico non c’era mai stato non potevo non portarlo al Monna di Rosa, da dove si gode di un panorama eccezionale su tutti i monti della zona, peccato che oggi c’è nebbia in alto
ma comunque è pur sempre un belvedere !
Non c’è posto migliore e anche per questo ne approfittiamo per fare anche una piccola sosta…
e fotografare le bellezze del posto !
Dopo la sosta si riparte e ci dirigiamo verso il Ravone, il Serra Alta invece si nasconde nella nebbia
e poi passato l’imbocco della discesa del Ravone che faremo più tardi
tutta forestale fino ad intercettare il sentiero CAI che sale alla vetta del Serra Alta.
Per strada incontriamo anche il bue e l’asinello, ed il bambinello direte voi ? eccolo ahahah
Ma dal presepe piombiamo nelle tenebre e veniamo catapultati nelle fornaci ardenti dove sarà pianto e stridore di denti… salire in cima al Serra Alta da questo lato è durissimo, quasi 400 MT di dislivello esclusivamente in portage e quasi manage ahahah, perchè in alcuni tratti ci sarebbe quasi da aiutarsi con le mani…
ma io ho imparato che i tratti più duri sono anche quelli che regalono gli scorci più belli…
che Enrico nostante la fatica apprezza !
La visuale di Pizzo Deta da qui non ha eguali…
ultimi sforzi
ed eccoci finalmente in cima, vetta conquistata !
è superfluo dire che lo spettacolo è assicurato col Pizzo Deta visibile in tutta la sua maestosità !
e dall’altra parte il Cornacchia con la sua magnifica cresta.
Dopo esserci rifatti gli occhi è tempo di scendere, e allora giù, inizialmente per il 624 che rispetto a quando lo avevo fatto la volta scorsa ora è tutto ben segnato e pulito, amo questo tratto di sentiero non particolarmente tecnico ma comunque sempre guidato.
Intercettiamo così il Sentiero dei Briganti con il quale torniamo sullo stradone e poi al Ravone da dove inizia la discesa sconosciuta ai più, in quanto scoperta di recente da Armando. Qui si entra nel regno del wild, la discesa non è segnata ma nonostante tutto risulta abbastanza pulita, dopo una prima parte su roccette diventa flow e con un lunghissimo tratto con infiniti tornanti per riagganciarsi poi al 624 quasi in fondo, dove c’è l’ultimo bel passaggio su roccia.
La discesa è meno tecnica del 624 ma ne rappresenta una validissima alternativa anche perché per il tecnico ci aspetta il 623 anche se prima dobbiamo risalire a Colle San Angelo. Salita inizialmente durissima da fare a spinta per uno stradone dove non si sta ritti nemmeno camminando, poi però si entra nel bosco ed ecco il single track che non ti aspetti !
Tutto pedalato e liscio come l’olio, una goduria, ma le sorprese non sono terminate, perché usciti dal bosco ecco l’altra chicca del Piano di S. Angelo
reso ancora più magico dalla luce e dai colori della sera imminente.
Si è quasi fatto tardi e siamo ancora a 900 mt di altezza con di fronte a noi la discesa più “gnorante” della giornata, ovvero il 623, guardate un po’ come va giù dolcemente ?
Discesa stupenda, molto tecnica, oggi resa ancora più difficile dal fondo troppo secco
ma oramai siamo in ballo e dobbiamo ballare vero Enrico ?
E così dopo quasi 9 ore in bici e 1.500 mt di dislivello riatteriamo a Sora stanchi ma appagati e con la conclusione che queste discese andrebbero fatte almeno una volta al mese. Sono palestre a cielo aperto per diventare padroni assoluti della tecnica di guida, ma non vi preoccupate torneremo sicuramente a solcare questi trails.