Partiamo senza fretta, con la guida paziente di Sascha, in una mattina di fine febbraio che sa già di primavera. L’aria è tersa, il cielo di un azzurro profondo, e il sole scalda la pelle con un tepore inatteso. La salita scorre fluida, il ritmo è costante, con solo un breve tratto da affrontare a spinta, giusto il tempo di sentire sotto i piedi il respiro della montagna.
Poi, in cima, il contrasto tra la neve che scricchiola sotto le ruote ed il sole che scalda. Un attimo per godersi la splendida vista sulla conca aquilana, incorniciata all’orizzonte dai monti del Gran Sasso.
Un respiro profondo, poi via, giù per la discesa: un technical flow perfetto, dove il sentiero naturale regala velocità e divertimento, alternando tratti scorrevoli e sezioni più tecniche che esaltano il piacere della guida. Il passaggio accanto al Castello di Ocre, con le sue mura possenti che dominano sul paesaggio, ed al Monastero di Sant’Angelo, incastonato nella roccia, aggiungno un tocco di magia sulla via del rientro.
Un’uscita perfetta: stanchi il giusto, soddisfatti oltre misura !!!
Partenza tra storia e natura
Partiamo da Civita di Bagno, il cui nome richiama le antiche sorgenti termali, lasciando presto l’asfalto per una ripida carrareccia che sfiora la cisterna dell’antica Forcona, memoria di un passato lontano. Il percorso si snoda tra borghi silenziosi – San Benedetto, Sant’Angelo, Vallesindola, Ripa – fino a Bagno, dove la strada cede il passo a una salita decisa. La carrareccia si alza veloce, aprendo scorci panoramici e immergendoci nella pineta. Il profumo di resina, il sole che filtra tra i rami, l’aria limpida: la montagna ci chiama, e noi rispondiamo, salendo.

Il sentiero ci conduce a Pianola, dove torniamo brevemente su asfalto per affrontare un tratto in salita fino a Poggio di Roio, ai margini della città dell’Aquila. Da qui, lasciamo nuovamente la strada per continuare la salita su una comoda carrareccia. Il paesaggio si trasforma, regalandoci scorci sempre più ampi e suggestivi, mentre le numerose terrazze panoramiche spezzano la salita, invitando a brevi soste rigeneranti.

La Croce di Roio
Giunti alla Croce di Roio, lo sguardo si perde nella vastità delle montagne, immerse in un silenzio profondo e senza tempo. Qui, tra cielo e terra, lo scorrere del tempo si fa lento, avvolto nel respiro ampio della natura.

Sotto di noi, l’Aquila si distende nitida, incorniciata dalle maestose cime innevate del Gorzano e dalla catena del Gran Sasso, con il Corno Grande che svetta sotto un cielo terso.

Un istante di quiete, un soffio di vento che accarezza il viso, poi di nuovo in sella, la vetta ci attende.

Passiamo sull’altro versante e il panorama si apre su nuovi orizzonti. Di fronte a noi, le cime innevate del Monte Le Quartore, dell’Ocre e del Cagno brillano nel silenzio immobile della montagna.

La Croce della Pace
La Croce della Pace, con il nuovo impianto di illuminazione notturna, invita a un’altra sosta, regalando uno spettacolare affaccio sul versante settentrionale. La particolarità dell’itinerario è il suo sviluppo lungo la linea cresta, con vedute che si aprono su entrambi i versanti, offrendo un susseguirsi di panorami sempre nuovi e sorprendenti.

Il sentiero prosegue tra creste e radure, immerso in una bellezza selvaggia, con numerosi passaggi su roccia fissa e smossa che aggiungono carattere al percorso.

Allo Stazzo del Castiglione, prima della salita più dura, un momento di convivialità, con Luca che sfoggia il suo talento acrobatico in un perfetto monoruota.

Poi il gruppo riparte compatto sulla carrareccia in salita, con un fondo che si fa sempre più ostile, sassoso e ripido.

I valorosi ciclisti muscolari, Gabriele e Fabio, non demordono, affrontando la sfida con grinta e determinazione.

L’ultimo tratto di dura salita ci conduce a un punto dove la pendenza e il fondo smosso impongono di scendere di sella, proseguendo con bici a spinta.

La montagna, accarezzata da questa luce, si veste di sfumature morbide, rendendo il paesaggio ancora più suggestivo.

La breve sessione di Spingismo
Affrontiamo coraggiosamente il breve tratto di duro spingismo…

e poter toccare la neve in quota rappresenta una motivazione in più per continuare.

Superato il primo tratto più ripido, si torna in sella fino al Tholos.

Realizzato con pietre a secco posate con una ingegnosa tecnica che impedisce all’acqua piovana di infiltrarsi, il Tholos è un rifugio senza tempo per pastori e viandanti.

Peschio Croce, inizia la discesa
Raggiungiamo in sella Peschio Croce, un nome che deriva dal termine latino “pesculum”, che significa “roccia” o “altura rocciosa”…

..e sul versante nord, la sua natura si svela in uno spettacolare sperone roccioso a picco sulla conca aquilana.

Dopo una sosta contemplativa e rigenerante, ci lanciamo in discesa.
Il primo tratto, tipicamente montano, è ripido e dal fondo smosso, richiede precisione e controllo. Poi il sentiero si distende tra boschi e pinete, alternando tratti veloci e scorrevoli a passaggi più tecnici e pietrosi.
Il Castello di Ocre
La corsa fluida ci conduce fino alle maestose rovine del Castello di Ocre, che dominano il paesaggio dall’alto.
Qui, una nuova sosta diventa occasione per ammirare la valle.

Il Monastero di Sant’Angelo
Proseguiamo in discesa, affrontando un tratto davvero molto veloce e scorrevole, che ci porta rapidamente al Convento di Sant’Angelo d’Ocre. Fondato nel XIII secolo dai monaci celestini, il convento si erge su uno sperone roccioso, in un luogo di straordinaria bellezza e spiritualità.
Con una breve deviazione, raggiungiamo un punto panoramico che offre la vista migliore sull’intero complesso, incastonato nella montagna.

Da qui, risaliamo costeggiando la parete rocciosa prima di tuffarci nell’ultima discesa. Il sentiero, in mezzacosta leggermente esposto sulla valle, regala emozioni fino all’ultimo metro, conducendoci in un fluido atterraggio su Monticchio.
Un ultimo tratto di asfalto in falsopiano ci accompagna dolcemente fino al punto di partenza, dove il Bar Caffetteria da Lorenzo, locale bike-friendly, ci accoglie sempre con un sorriso, anche se arriviamo un po’ tardi, offrendoci un meritato ristoro tra chiacchiere e risate, per concludere al meglio un’altra giornata vissuta al massimo.
VIDEO-SINTESI della discesa
Galleria Fotografica
