giovedì, Novembre 21, 2024

Un itinerario da gustare con calma, dosando le energie con saggezza. L’impatto iniziale è decisamente duro, partenza da Stazzano verso Monteflavio, salita impegnativa che in alcuni tratti supera il 20% di pendenza su fondo sconnesso e sassoso. La bellezza dei luoghi, i boschi e gli splendidi scorci di paesaggio che appaiono incorniciati dalla fitta vegetazione ripagano ampiamente la fatica.

Giunti a Monteflavio, una bevuta d’acqua alla sorgente vale più del pranzo di pasqua, ma bisogna arrivare in fondo, dobbiamo tracciare il “passaggio a Nord-Ovest” tra Monteflavio e Montorio Romano, un vuoto nel repertorio delle tracce per mountain bike disponibili in rete.

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Io faccio da guida, lasciando intendere di conoscere il percorso mentre l’ho solo studiato su Google Earth, i miei tre compagni, Attila (fratello di Dio), Meridio (Decimo Meridio) e Culo di Gomma, gente tosta, avvezza alle imprese impossibili, fingono di crederci, mentre indagando nella piazzetta del paese fanno conoscenza con altri due biker che il passaggio lo conoscono davvero. Le discussioni sulle possibili opzioni attirano l’attenzione di un altro intrepido ciclista e arrivati a Monteflavio in quattro si riparte in sette. Ancora una breve arrampicata fino al Passo della Croce, dove, imboccando a sinistra un sentiero lievemente in discesa, inizia il passaggio a Nord-Ovest.

Il sentiero gira attorno al Colle Macchia Petrosa, toponomastica azzeccatissima trattandosi di una distesa di rocce taglienti a perdita d’occhio, con qualche raro arbusto contorto dall’inverno, poi il percorso prosegue sempre più impervio, con numerosi passaggi tecnici molto impegnativi, fino al Monte Calvario e anche in questo caso il nome è senza dubbio calzante.

L’impresa è compiuta, il passaggio a Nord-Ovest esiste e si svela nella sua straordinaria bellezza. Una natura straripante e rigogliosa esplode tra la roccia brulla, bisogna essere un po’ così per passarci in mezzo. Tracce di civiltà, tra i rami si intravede Montorio Romano e stando al programma della giornata dovremmo rientrare, ma la salita e l’aria fina hanno suscitato un certo languorino, tanto che si afferma l’ipoesi di proseguire alla ricerca del posto giusto dove ristorare le membra, assaporando qualche pietanza locale. Scandriglia è il posto giusto, un piccolo ristorante con cameriere ciclista, dieci minuti di conversazione su percorsi, salite e discese e siamo a casa nostra.

Mangiata pantagruelica, fettuccine al tartufo, arrosto misto, verdure ripassate e una bevuta di vino locale in buona compagnia, siamo in paradiso. Risalire in bici è stata dura ma i tratti più faticosi sono ormai alle spalle, fino a Santa Maria delle Grazie è tutta discesa, breve raccoglimeno mistico e si va a fare visita alla madonna, poi qualche sali-scendi nella splendida campagna sabina e siamo a Ponticelli, da qui sul tracciato della via Francigena ci dirigiamo verso Passo Corese, poi Montelibretti e si rientra alla base.

Una giornata memorabile, un percorso che rasenta la perfezione.

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