mercoledì, Gennaio 22, 2025

Dopo un primo giro a Paciano con Enrico, è venuto a trovarmi anche Toni, per percorrere i trail di casa mia, occasione per completare l’escursus sui sentieri mancanti ed avere così il quadro completo di questa zona old style, fatta di passaggi impegnativi, dove un buon controllo e conduzione della bici risultano gli ingredienti principali per potersi divertire e provare forti emozioni e scariche di adrenalina sui tanti passaggi ostici disseminati in tutti i trails.

Rispetto al giro sopra indicato si sono aggiunte ulteriori salite e discese che ne hanno fatto scaturire un giro da 1.400 mt di dislivello positivo che considerate le difficoltà delle discese e la tecnicità delle salite quasi tutte su sentieri anche ripidi ne è venuto fuori un giro da non sottovalutare e che comporta un grosso dispendio di energie e di batteria per chi lo vorrà percorrere con ebike tantè che Toni ha terminato il giro con solo il 10% di carica residua.

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Partiti da Paciano dopo una breve visita al piccolo borgo, non a caso tra i più belli d’Italia, le cose si fanno subito impegnative con la salita del Bigiarello, un sentiero abbastanza ripido che presenta brevi tratti rocciosi e tecnici che con il bagnato potrebbero richiedere di mettere il piede a terra. La salita non è lunga proprio perchè ripida e risulta la più corta per raggiungere il crinale dove ci immettiamo nella prima discesa di giornata.

Quarantana Freeride

Si scende nella parte più selvaggia e incontaminata della zona, sono riuscito anche ad incontrare un lupo una sera qua ed è stata una esperienza bellissima, proprio per questo la discesa è wild e fin da subito si devono affrontare diversi passaggi impegantivi come ‘Lo Scannatotteri’, ‘Il tuffo nel verde’ fino ad arrivare ai ‘Muri’, vere e proprie montagne russe naturali, e per finire la temibilissima ‘Catapulta’ che col bagnato risulta essere una autentica roulette russa.

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I muri detti anche The Wall

Terminata questa discesa, dopo una breve arcigna risalita per il Rupignano, percorribile completamente in sella solo con ebike, eccoci arrivati ad altra discesa leggermente meno impegnativa della precedente.

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il guado del fosso Rupignano che dà il nome alla salita

Pausillo Freeride

In realtà questa discesa viene intercettata a circa un terzo perchè si compone di un ulteriore parte che si prende dal Monte Pausillo e che noi stavolta salteremo. Pronti via ed eccoci subito al temibilissimo ‘calcio in culo’, un ripido con un rilancio in salita che rende proprio la sensazione che si provava quando da bambini andavamo su quella giostra.

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Il Calcio in culo

Dopo un tratto scorrevole nel bosco eccoci alla Pietrosetta, un bel sentiero di roccia impreziosito nella parte finale dalla ‘Gradonata’ una sequenza di gradoni da affrontare con decisione e senza timori, con il gran finale dello ‘Zigghe zagghe’, un ripido da affrontare facendo lo slalom tra le piante strettissime, e ‘Lo Scapicollo’ e ‘Il Ranocchio’.

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lo Zigghe zagghe

La discesa termina nel punto più basso del giro ed ora c’è da affrontare la salita più lunga e ostica di giornata anche se l’ultima parte, ‘Petrarvella Up‘ io la considero la salita più bella in assoluto di tutta la zona, una salita su roccia fissa con pendenze giuste e gradoni, da sballo per ebike ma fattibilissimi anche con muscolare, che ti fanno arrivare in cima col sorriso come se avessi fatto una discesa.

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Petrarvella up
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solo roccia fissa su Petrarvella up

La salita termina al Monte Petrarvella che con i suoi 638 mt è la massima elevazione della zona, piccola sosta, che dopo un ora di salita ci vuole, e poi di nuovo discesa.

Frati Freeride

E’ questa la discesa più goduriosa e frequentata dato che può essere affrontata tranquillamente anche con bici front, qua si possono mollare un pò più freni e lo stile è tipico enduro anche se ci sono passaggi di tutto rispetto come Moana, Cicciolina, un ripido molto arcigno in curva strettissima chiamato ‘Lo Stronzetto’ e uno dei più temuti e spietati passaggi della zona, il ‘Volo dell’Angelo’, a vederlo da sopra vengono le vertigini e sembra impossibile poter scendere in bici da un muro di quasi 6 metri di altezza. In realtà il passaggio non è difficile ma serve solo coraggio e sangue freddo per buttarsi giù con la bici in un simile baratro, la ricompesa però sarà una scarica di adrenalina incredibile, il video col il passaggio fatto da me e le mie urla 🤣 ne sono la riprova.

Ma le emozioni di questa discesa non terminano qua attraversata la strada asfaltata e il Convento, da qua il nome i Frati, c’è la seconda parte dove spiccano ‘Il gatto con gli stivali’, che altro non è che una serie di tornanti su roccia, ‘La Giostra’ una sequenza divertentissima in su e giù, e il ‘Rock Sesso’ finale tra le rocce.

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Rock sesso

Altra risalita per L’Ascensore, il nome è tutto un programma, qua c’è un tratto chiamato ‘La Capraia’ molto tecnico e impegnativo su roccia fissa dove solo i più virtuosi riusciranno a salire senza mettere mai il piede a terra anche perchè rimane sempre umido e viscido ma poi la seconda parte risulta molto piacevole e offre anche una bella e particolare vista sul borgo sottostante di Paciano.

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Altra discesa, qua le maggiori difficoltà sono tutte concentrate nella prima parte con il ‘Rock Graden‘ e il ‘Tourbillon‘, uno slalom tra i roccioni il primo e un ripido in curva da paura il secondo.

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Rock Garden

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Tourbillon

Superati questi due scogli la discesa è tutta nella castagneta e la caratteristica sono i tornanti fattibili anche senza nose press, poi nell’ultima parte ricominciano i passaggi impegnativi con il ‘Nome del Padre’, il ‘Dentista’, il ‘Dispetto’ e il finale roccheggiante.

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Prima parte dell’ultima risalita sul sentiero ‘Hot Daina‘ ma poi sbucati sulla carrabile per il Monte Pausillo ci si può rilassare e salire dolcemente su questa carrareccia il che non è male visto che si tratta della quinta e ultima salita.

PAC Trail

L’alfa e l’omega, la madre di tutte le discese, la regina, l’icona che ha dato il nome a tutta la zona, così si può descrivere questa discesa che lasciamo volontariamente per ultima in quanto la più bella e lunga. La discesa presenta una sequenza incredibile di curve, sponde, ripidi, drop che se si fosse cercato di ricrearli artificialmente su un bike park non ci saremmo riusciti, appena imbucata abbiamo subito il ‘Flipper’ poi ecco ‘Milly T’Abbraccio’ una curva con la pianta più abbracciata del mondo, segue il ‘Cammello’, il ‘Binario’ e il passaggio più difficile in assoluto la ‘Centrifuga’, un roccione da droppare o copiare dove da sopra tremano le gambe solo a vederlo, se preso a destra diventa centrifuga bassi regimi ma entrambi i passaggi sono molto impegnativi perchè dopo il passaggio si scende poi in un tratto molto ripido.

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La Centrifuga

I passaggi tecnici si sprecano, passata indenne la centrifuga ecco il ‘Tornantottero’, il ‘Baratto’, il ‘Rampage’ e si sbuca sull’asfalto col sorriso a 36 denti. Piccola risalita di asfalto per riprendere fiato e si riprende con la Tundra, l’Arsucchio, lo ‘Scornabecco’, e i micidiali ‘Vasino’ e ‘Bidet’, ma per chi volesse proprio sfidare la legge di gravità si potrà cimentare nel ‘Tuffo di Paciapulco‘ un ripido con pendenza oltre il 100% in pratica va all’indietro, solo pochi virtuosi come l’ideatore del passaggio Nicola Freetsyle lo hanno fatto in sella, only the brave, e infine si conclude con ‘Birra e Salsiccia’ stando attenti a non scivolare di sotto in caso di bagnato.

Dopo tutto questo popò di roba, parafrasando il grande Marco Pantani, potremmo dire: “il Pausillo mi basta”.

Album fotografico in HD

Paciano Trails parte seconda
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