Giro All-Mountain sui Monti Cantari con due pezzi forti, il passaggio sul Crinale Bocchetta Viglio/Monte Pratiglio e la discesa nella Valle Roveto, nella riserva di Zompo lo Schioppo.
Dopo i bagordi natalizi, approfittando di questo non inverno e della stupenda giornata, non potevamo lasciarci sfuggire la ghiotta occasione di levitare a quota 2000 per salutare il 2016 in bellezza. Così noi due stefani il 26 dicembre decidiamo di farci un bel regalo in occasione del nostro onomastico, con un giro che avevamo in programma da parecchio ma che per vari motivi era sempre stato rimandato.
Mattinata gelida a valle con temperatura a -5 ma salendo di quota, a Meta, un paesino a 1000 metri di altezza che sta proprio sotto al re dei Cantari ovvero il Monte Viglio…
la temperatura lievita subito a 10 gradi, tanto che sembra quasi primavera. Oggi il nostro obiettivo è molto ambizioso in quanto dobbiamo salire quasi alla fatidica quota di 2000 metri e quindi di buona lena ci affrettiamo a guadagnare quota pedalando sulla comodissima forestale del sentiero 694B
tanto che dopo poche pedalate Meta già sembra lontana con lo stradone ci fa guadagnare dislivello in poco tempo…
la giornata è superlativa, ideale per l’alta montagna che si intravede lassù…
e stranamente non riusciamo a capire come mai una forestale così ben tenuta sia stata sbarrata con una montagna di terra, per impedirne l’accesso a qualsiasi mezzo.
La forestale è tutta nel bosco ma fortunatamente hanno messo anche delle belle finestre ogni tanto…
ma arrivati in prossimità del Rifugio Cerasoli…
si svela il mistero della chiusura della strada, l’acqua ha formato uno spessissimo strato di ghiaccio che ha invaso la stessa, creato una vera e propria pista da pattinaggio, tanto che anche noi con le bici dobbiamo scendere e proseguire a piedi per il bosco, onde evitare pericolose scivolate. Al rifugio termina il tratto pedalato e da qui in avanti i nostri sellini non rivedranno più i nostri fondoschiena…
anche se la salita alla Croce Cerasoli non presenta pendenze rilevanti…
o quasi.
Alla croce la visuale è superba
e davanti a noi compare finalmente anche il nostro obiettivo di giornata ovvero il Monte Crepacuore
che sembra a portata di mano ma così non sarà a cominciare dal lungo traverso che dovremo affrontare per arrivare alla Bocchetta del Viglio.
Il posto è stupendo e si sta divinamente e solo Pizzo Deta laggiù con il poco bianco della neve che compare sull’ombroso vallone di Peschiomacello ci fa ricordare che comunque siamo in inverno.
E c’è chi dopo diversi minuti di portage si sgranchisce le gambe così…
Il traverso taglia la montagna come una lama nel burro ma anche se le pendenze non sono eccessive il fondo molto smosso non consente di procedere in sella…
anche se allo scollinamento è necessario il rampichino, ahhhh…
Ed eccoci Bocchetta del Viglio, posto con visuale stroboscopica, da qui si vede veramente il mondo: davanti a noi Filettino con il Monte Cotento, Tarino e Tarinello
dall’altra parte la Majella, l’unico posto dove c’è una parvenza di neve.
Dopo esserci rifatti gli occhi è l’ora di rifarci le gambe, con la splendida cresta del 651 fino al Pratiglio.
Salutiamo il Viglio, e giù per la cresta, OMC sopraffino…
con dei tratti anche abbastanza ripidi.
Arrivati al Pratiglio si entra nel bosco e fortunatamente i segni bianco-rossi ci permettono di districarci facilmente tra la fitta vegetazione prima e nella successiva impegnativa discesa fino alla sella di Femmina Morta poi; da qui inizia il lungo portage molto impegnativo fino al Monte Femmina Morta e Monte Crepacuore e purtroppo da qui in poi la macchina fotografica ha smesso di funzionare e quindi le foto sono state fatte col cellulare a scapito della qualità (e vorrete scusarci per questo inconveniente ma tantè alla fine meglio queste che niente).
Monte Femmina Morta e la durissima salita al Crepacuore
Ci siamo ! Monte Crepacuore, 1997 mt, e il 26 dicembre si sta quasi in maniche corte.
Anche qui vista spettacolare…
ma il bello arriva ora, una discesa infinita di quasi 1.300 metri di dislivello, con tutto il repertorio possibile e immaginabile: prima la cresta dal Crepacuore al Valico della Selvastrella.
Dal Valico di Selvastrella salutiamo il Peschio delle Ciavole…
e poi giù per il sentiero 602B che passando per le Pelarelle (posto davvero suggestivo)
ci fa catapultare dentro la riserva Zompo lo Schioppo surfando su un tappeto di foglie
fino ad arrivare al Pertuso da dove le cose si fanno davvero impegnative…
con un tratto veramente tecnico che mette a dura prova l’abilità del biker, concluderlo senza mai appoggiare il piede a terra è veramente una bella prova, qui è la roccia il fattore predominante.
Il posto comunque è di quelli eccezionali, peccato per la scarsezza di acqua, altrimenti sarebbe stato da urlo.
Nel finale il sentiero passa sopra la famosissima cascata di Zompo lo Schioppo, dove l’acqua che sgorga da una sorgente carsica intermittente, che si estingue nei mesi estivi e autunnali, cade da una ripida parete calcarea con un salto di oltre 80 metri, formando la cascata naturale più alta dell’Appennino.
Il sentiero sbuca nei pressi del campeggio poco sopra il paese di La Grancia, dove ritroviamo l’auto lasciata la mattina presto, per tornare a Meta e recuperare l’altra auto con cui abbiamo raggiunto il punto di partenza.