Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto.
(Dante, Inferno Canto III)
Un giro prettamente All Mountain sulle tracce dell’eremita Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, che scelse proprio gli anfratti della Majella per il suo percorso di fede. Diventato Papa, dopo appena 4 mesi vi rinunciò, meritando, secondo Dante, la collocazione tra gli Ignavi nell’Antinferno.
La traccia che vi proponiamo ripercorre proprio una parte dei sentieri percorsi da Celestino V e dagli altri numerosi eremiti che scelsero di ritirarsi in questi luoghi così remoti dei monti abruzzesi, seguendo una vita di preghiera e meditazione. Fu così che tra il XI ed il XVII secolo sorsero in tutta la regione circa un centinaio di eremi, costruiti a mano, venti dei quali si trovano oggi all’interno dei sentieri più belli e scenografici della Majella, collegati tra loro dal “Sentiero dello Spirito”, un lungo itinerario (70 chilometri da dividere in 4 o più tappe) studiato per far ammirare questi luoghi della fede senza mai dover lasciare i sentieri del Parco.
E proprio seguendo una parte di questo sentiero, dalla vetta del Monte Morrone fino alla frazione di Badia di Sulmona, su una discesa infinita di oltre 1600 mt di dislivello negativo, si potranno ammirare due di questi bellissimi luoghi di culto, come quello incastonato nella roccia dell’Eremo di Sant’Onofrio da Morrone e l’Eremo di San Pietro, vero balcone panoramico su Sulmona e i monti circostanti.
Il giro prevede un veloce recupero auto da Badia di Sulmona al km 43 della S.R. 487 per il Passo di San Leonardo, poco sotto l’Area Faunistica del Camoscio Appenninico loc. Pian dell’Orso, da dove, inforcate le nostre bike, prendiamo subito il sentiero Q1 con i monti della Majella a fare buona guardia.
Si tratta di una carrareccia che passa sotto a delle caratteristiche guglie rocciose
e che risulta tutta pedalabile anche se con alcuni strappi difficili da fare in sella, soprattutto per il fondo smosso. Arrivati ad un certo punto però abbandoniamo la carrareccia girando a sx su un sentiero non CAI che ci porterà a Iazzo Cappuccio, da dove, intercettato il sentiero Q3, dobbiamo per forza scendere di bici e spingere per circa 15 minuti fino all’incrocio con sentiero Q4 per Monte Mileto. Da qui ecco la prima chicca di giornata: questo sentiero sempre Q3 ma chiamato anche il Sentiero delle Signore , è un single track sopraffino di rara bellezza, sono 4 km di sentiero, ondulato prima e in salita poi, ma quasi tutto pedalabile, eccetto brevi tratti, una goduria pazzesca, tutto immerso in un bosco delle fiabe e all’ombra, liscio come un tavolo da biliardo e tutto tirato a lucido.
Sentieri così, in particolar modo in Abruzzo, si contano sulle dita di una mano, 300 mt di dislivello che volano via quasi senza sentirli, tanta è la bellezza del trail.
Arrivati al rifugio Capoposto il bosco lascia il posto ad ampi spazi aperti e la vista diventa a 360°, con l’intera Majella e il Monte Le Mucchia che comincia a fare capolino.
Da qui vi sono due possibilità per raggiungere la sella del Morrone: o proseguire sul Q3 per il Vallone passando sotto Monte Le Mucchia pedalandolo abbastanza se non addirittura tutto come fanno i nostri compagni di viaggio galoppando su e-bike…
o procedere con bici in spalla sul crinale per raggiungere un altro 2000 “Cima Mucchia di Pacentro” e poi riscendere sempre alla sella del Morrone, scelta che seguiamo noi amanti delle creste, anche se l’opzione implica 150 mt di dislivello in più.
La maggiore fatica viene ripagata da un panorama da urlo
e da una bella crestina in discesa con vista Morrone.
Dalla sella del Morrone solo 150 mt di dislivello ci separano dalla vetta, che raggiungiamo con facile spingismo e che dovremo poi ripercorrere anche in discesa.
Inizia così la lunghissima discesa fino a Badia di Sulmona per il Sentiero dello Spirito, costituito da una prima parte un po’ più tecnica, con qualche passaggio accattivante tra le rocce…
cui seguono dei bei tratti in cresta
fino a ritornare alla sella del Morrone.
Da qui scendiamo a Mucchia di Pacentro, dove ci aspetta un altro tratto roccheggiante…
poi, lasciato a dx il Colle dei Cani e a sx il Cimerone, si entra in un canale che altro non è che un fosso in secca
dove risulta molto difficile proseguire in sella, causa l’enorme pietraia smossa frutto dell’attività erosiva del torrente. E’ un tratto non lungo ma comunque di circa 100 mt di dislivello negativo, passato il quale però la parola d’ordine sarà solo ed esclusivamente flow e tornanti fino all’Eremo di Sant’Onofrio, eccetto la piccola deviazione per visitare l’Eremo di San Pietro o, più propriamente, Chiesa di Santa Croce del Morrone, restaurata proprio da Fra Pietro da Morrone ed adattata alle proprie esigenze di vita eremitica…
e dalla quale si gode una stupenda visuale sulle Montagne del Morrone.
Ritornati sui nostri passi si riprende a scendere, fino ad arrivare al tratto funestato dallo sciagurato incendio doloso di agosto 2017, dove è andato in fumo quasi il 5% dell’intera superficie dell’area protetta, una vera e propria catastrofe, vista la bellezza della zona. Lo scenario che ci si presenta davanti, a un anno di distanza, per restare in tema, è simile a quello di un girone dantesco.
Ma tant’è, e con la tristezza nel cuore continuiamo a scendere, la natura alla fine cerca di rifarsi come può e l’erba comincia già a ricrescere tra le piante bruciate. Da qui il sentiero diventa più scorrevole, tanto che il finale sarà una vera e propria picchiata fino alla strada asfaltata che da Badia porta all’Eremo di San’Onofrio, dove sbuchiamo dopo ben due ore di discesa quasi ininterrotta, accaldati ma col sorriso stampato sulla faccia.
Il giro volendo può terminare qui basta proseguire sull’asfalto e scendere in pochi minuti alla frazione di Badia ma volgendo lo sguardo in alto e vedendo l’Eremo con la sua stupenda posizione incastonato nella roccia
non possiamo non andare a visitarlo, anche se questo comporta un ulteriore dislivello di 200 metri, di cui la prima parte su asfalto al 10% e il finale spingendo la bici sul sentiero 14, ma il gioco vale sicuramente la candela.
Dopo la visita all’Eremo ci attende il sentiero fatto in salita da noi ribattezzato ‘Pellegrini Trail‘ ahah in quanto altro non è che il sentiero che fanno i fedeli a piedi per salire all’eremo, e qui è tutta roccia, scale e gradoni con tornantini molto impegnativi.
Una vera e propria ciliegina sulla torta, chi ama i sentieri trialistici e tecnici non se lo può lasciar scappare, l’ulteriore fatica che necessita per arrivare in cima verrà ripagata al 100% in discesa, fidatevi. Purtroppo la discesa tecnica non è lunga, sono solo 100 metri di dislivello e galvanizzati dal trail ce la beviamo in un sorso ma ritornati sull’asfalto invece di scendere a Badia per bitume, scoviamo un ulteriore sentiero che veloce nel bosco ci fa sbucare a Fonte dell’Amore tutto fuoristrada, concludendo il giro in maniera perfetta.