Itineario cicloalpinistico da affrontare solo se amanti del genere e consapevoli delle difficoltà insite. I tratti pedalati sono praticamente inesistenti e dopo aver bruciato parte del dislivello negativo scendendo con bici al seguito sulla pietraia verticale, la discesa finale sul sentiero J6, nella cosiddetta Capriola, richiede ottime capacità di conduzione del mezzo su fondo smosso, per restare in sella è necessario surfare sul ghiaione detritico. Fatte queste dovute precisazioni, è un giro grandioso e appagante sotto tutti i punti di vista.
Si attraversa una delle zone più belle e selvagge del PNALM, con il pezzo forte delle creste di Serra Rocca Chiarano, di cui “stranamente” non si avevano notizie di percorrenza con la bike, e dalle quali si gode di un panorama a 360° su tutte le più importanti catene montuose della zona, con lo sguardo che spazia fino alla Majella.
il PNALM, con il Marsicano in bella mostra
e il sottostante Piano delle Gravare uno dei pochi luoghi veramente remoti sulla terra e che infonde una sensazione di completo isolamento.
Il giro prevede il recupero auto da Villetta Barrea a Passo Godi, sia per evitare il lungo tratto di noioso asfalto, sia per risparmiare 400 mt di dislivello, ma volendo può essere effettuato anche per intero. La giornata è superlativa e senza vento ed è proprio quella giusta per godere appieno di questo itinerario tanto che sul tragitto per Villetta Barrea veniamo subito ammaliati dalla Val di Comino ancora in penombra
e da questo scorcio mozzafiato su Opi ai piedi di sua maestà il Marsicano
…meraviglioso presagio di una giornata che sarà memorabile. Attraversare ambienti così belli e suggestivi con il favore di un magnifico sole autunnale è una occasione preziosa. La natura si è già messa il pigiama ocra e ramato, ed i raggi radenti del sole mattutino donano una magica brillantezza a quei colori caldi e avvolgenti.
Da Passo Godi prendiamo subito il sentiero Y2 per il valico dello Scalone per l’unico tratto pedalato del giro, si tratta però di 10 mt di dislivello non più ahahah
poi come detto si spinge e basta
dal valico dello Scalone comincia la parte inedita, almeno per quello che è dato sapere, con la ripida salita allo Scalone che visto da quaggiù sembra quasi un elefante.
Con la ebike si riescono anche a pedalare alcuni tratti ma il fatto di poter affrontare un giro simile con questi mezzi è la constatazione che oramai anche queste bici sono entrate di diritto e a tutti gli effetti nel mondo dell’All Mountain.
Dallo Scalone la visuale è sublime con le creste di Serra Rocca Chiarano che cominciano a delinearsi ben bene e la Valle Pistacchia che si prostra al re del PNALM il Monte Greco, laggiù più in fondo…
e la strada per arrivare in cima è ancora lunga
anche se conquistato il crinale vero e proprio si riesce anche a pedalare abbastanza
ma il pezzo forte arriva ora con la Serra Rocca Chiarano, che tra l’altro con i sui 2262 mt è la massima elevazione di tutte le creste, qui lo spettacolo che ci si para davanti con il monte spaccato, è da lasciare a bocca aperta
una autentica voragine con il sentiero che viaggia proprio sul filo di cresta fino alla vetta
una sosta è d’obbligo, spettacoli del genere non capitano tutti i giorni
passata la cima la cresta si distende e diventa un bel OMC (Only Mountain Crest) per una lunga cavalcata fino a Rocca Chiarano
ed eccola laggiù Rocca Chiarano dove termina la nostra lunghissima cavalcata
Giunti alla prima tappa una sosta è proprio necessaria
e dopo aver ammirato tutta la bellissima cresta percorsa
ed i gruppetti di camosci che attraversano la valle
io e il Barone decidiamo di continuare per la cresta della Val Pistacchia e poi salire al Monte Chiarano e aspettare gli altri che invece giustamente decidono di salire a quota 2285 metri per onorare Monte Greco, la vetta più alta del PNALM, affrontando un durissimo spingismo con finale in portage.
E’ fatta ! Vetta conquistata…
e mentre loro si godono la meritata ricompensa, con una vista che spazia sul mondo conosciuto, con il lago di Pantaniello ridotto al rango di pozzanghera…
io e il Barone abbiamo il nostro bel da fare per conquistare il Monte Chiarano
Ricompattato il gruppo poco dopo Monte Chiarano comincia la lunghissima discesa fino a Barrea. Il primo tratto, fino al ricongiungimento con il sentiero J6, purtroppo risulta infattibile in bike, in quanto il fondo è in parte franato e in parte troppo smosso e con una pendenza elevatissima, poi però, intercettato il J6 comincia il divertimento, un tratto dove con una buona capacità di controllo del mezzo si riesce restare in sella surfando sul ghiaione detritico.
Superato questo tratto si entra nel canyon della Capriola, un posto dalla bellezza struggente, da vedere almeno una volta nella vita
è questo il regno degli animali, e dopo i camosci nella valle, in lontananza mi sembra di aver visto muoversi veloce un lupo
in un ambiente naturale che neanche il più bravo pittore saprebbe raffigurare con una simile tavolozza di toni, contrasti e sfumature.
Il sentiero scorre veloce fino ad intercettare il J8, ci giriamo un attimo per ammirare da dove siamo scesi.
Ora la musica cambia il J8 è solo ed esclusivamente roccia fissa fino a Barrea con bella vista sull’omonimo lago…
anche se in questo caso il sole ci è ostile 😀
Sono già più di 8 ore che siamo in giro e arriviamo a Barrea che sono già le 17.00 ed è quasi buio, la fatica si sente ma questo giro rimarrà impresso nella memoria per la maestosità e bellezza dei luoghi attraversati, i panorami vasti e desolati ed i colori caldi e brillanti di una natura nel pieno del foliage autunnale in una magnifica giornata di sole.
Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare
(Giacomo Leopardi)