La Laga si paga ma ti ripaga (cit.)
Itinerario da classificare come il top tour della “Laga selvaggia” se fatto a fine primavera inizio estate ovvero allo scioglimento delle nevi. Un tripudio di cascate e acqua che si insinuano negli angoli più nascosti e remoti di questa catena montuosa dove l’uomo fortunatamente ancora non è intervenuto in modo massiccio lasciandola praticamente intatta, un viaggio in un ambiente di disarmante bellezza e in completo isolamento sono il piatto forte del giro che vi faranno tornare a casa stanchi ma appagati da cotanta bellezza.
Il giro prevede il recupero auto da Acquasanta a Pietralta una tranquilla frazioncina sperduta nei monti della Laga onde evitare ulteriori 600 metri dislivello per un giro di per se già lunghissimo (11 ore) e duro con 2000 mt di dislivello positivo di cui solo 600 pedalati.
Pronti via ed è subito single track in discesa per il sentiero 325 e che single track tutto roccioso e gradonato, come inizio non potevamo pretendere di meglio
Si scende fino a guadare il Fosso della Fiumechenta, l’ambiente si presenta subito selvaggio e isolato
la bella sorpresa è che la risalita risulta quasi tutta pedalata su sentiero bellissimo fino ad intercettare lo stradone che viene da Collefrattale a Fonte dell’Amore.
Da qui comincia una full immersion con l’acqua che sarà la nostra compagna di viaggio per quasi tutto il giro dato che la forestale, salendo dolcemente, costeggia sempre il Rio Castellano formando numerose cascate da ammirare
arrivati a Piana Cavalieri le cose si complicano un poco dato che lo stradone lascia il posto ad un sentiero ripido e roccioso dove bisogna spingere la bici
ma il prezzo da pagare viene ampiamente ricompensato una volta arrivati alla Cascata della Regina
il verde intorno è accecante e l’acqua scorre dappertutto con un rumore che copre anche le nostre voci
dopo la sosta d’obbligo guadiamo il fosso passando proprio sopra la cascata
e usciamo fuori dal bosco, l’ambiente che si presenta davanti ai nostri occhi è di quelli da lasciare a bocca aperta
anche perchè il sentiero arriva alla testata di Piana dei Cavalieri alla confluenza con il 304 in quello che abbiamo definito il tripudio di stupende cascate (la Rocchetta, Pianaccio, La Crisalide e Cascate del Peschio) sono tutte li davanti ai nostri occhi non sappiamo dove guardare
a malincuore dobbiamo ripartire anche perchè ci attende la parte più dura del giro ovvero la salita a Cima Lepri passando per il Pianaccio, un antico camminamento pastorale da fare in assoluto e duro portage
Cima Lepri lassù ci appare ancora lontanissima, il tratto di portage è molto lungo e senza tratti di recupero
dopo un tratto durissimo il tratturo spiana leggermente e possiamo riprendere fiato, Nicola con l’Ebike riesce a anche a pedalare lenendo un pò le immense fatiche fatte per portare su questo mezzo così pesante nel tratto precedente
oltre la durezza della salita cominciano anche i problemi dei primi nevai da bypassare
riguadagnata la cresta saliamo in vetta con il 333 ma stavolta passando sopra i nevai, fortunatamente siamo venuti prevenuti con i ramponi che indossiamo per superarli in assoluta sicurezza
Nicola nonstante sia con l’ebike è già in vetta che ci aspetta
siamo in vetta il tempo sta cambiando e minaccia grandine, giusto il tempo di ammira il Gorzano che sarà la nostra prossima meta a breve
comincia a grandinare e fa freddissimo non c’è nemmeno il tempo di godersi la vetta bisogna scappare subito anche perchè sotto c’è il sole ad aspettarci, e allora via per la stupenda cresta fino al Vado di Annibale
la cresta è tutta ciclabile con qualche passaggio accattivante su roccia ad alzare il livello tecnico
al Vado di Annibale bisogna scendere con il 325 per andare a prendere il 304 sopra il tripudio ma un grossissimo nevaio ci costringe a cambiare rotta e scendere fuori sentiero per evitarlo
in realtà i nevai che incontriamo sono molti dato che il sentiero attraversa numerosi fossi e alcuni non sono proprio evitabili
in compenso l’acqua, che avevamo lasciato per arrivare in vetta, ritorna protagonista così come le cascate
più scendiamo e più entriamo in quella che da molti è considerata la parte più selvaggia della Laga, il senso di isolamento è palpabile
l’ultima salita di giornata, ovvero il sentiero 304 che passa per Colle di Marco, Monte li Quarti e sbuca a cima Fonteguidone è di una bellezza disarmante
qua è la roccia a farla da padrona e sulla roccia scorre l’acqua come sulla stupenda cascata del Peschio
il sentiero, tutto ben segnato, guada numerosi fossi e tutti hanno la loro cascata, uno spettacolo della natura davvero
il segreto di tutto ciò è la neve che si scioglie dopo un inverno finalmente come si deve
la risalita stavolta non ha pendenze proibitive e a tratti si riesce anche a salire in sella e pedalare
l’ambiente è sempre supremo
e salendo fa capolino anche il Pizzitello con la cresta per Pizzo di Sevo
arriviamo così all’ultima cascata di giornata quella de Li Quarti e l’omonimo fosso, oggi ne abbiamo fatto proprio incetta
ci rimane solo l’ultimo scoglio del Monte Li quarti e poi siamo al valico
é fatta siamo a Cima Fonteguidone, girandoci possiamo ammirare quasi tutta la strada percorsa e sembra quasi impossibile poter essere arrivati lassù alla cima coperta dalla nebbia
la visuale è a 360° e girandoci si vede addirittura il mare tra i Monti Gemelli
ci attende ora la meritata ricompensa e che ricompensa con ben 14 km di discesa quasi interamente su sentiero, una interminabile cavalacata di quasi 2 ore ininterrotte di discesa con la famosa Cresta di San Paolo e il Sentiero del Tasso, un must della zona.
La discesa non è tecnica ma merita per la lunghezza, in appennino non è facile trovare discese così lunghe. La prima parte, Monte Cesarotta, Prato Lungo e Colle Pidocchi è un tratturo nel bosco che serve per scaldare le gomme, il single eccezionale inizia al bivio col 317 dove svoltiamo secco a sinistra per Monte Libretti, da li in poi il sentiero da il meglio di se con bancate di arenaria che si alternano a tratti filanti nel bosco
e il gran finale con il Sentiero del Tasso che ci farà planare stanchi ma felici e appagati ad Acquasanta
Traccia “Laga selvaggia”
Traccia versione “SHORT”
Il giro completo è molto impegnativo e proprio per questo abbiamo inserito anche una traccia più short per i meno allenati che evita solo la Cima Lepri ma permette comunque di non sminuire il giro e di godere comunque di tutte le parti belle e suggestive che lo stesso sa offrire.