La più lunga discesa dell’appennino, e con questo potremmo già chiudere il report, oltre 20 km di discesa intervallati solo da un breve tratto di strada bianca, oltre 2 ore di discesa ininterrotta per oltre 2000 mt di dislivello negativo. Trattasi di un bellissimo itinerario che si svolge ai confini della Laga, su parte di quella selvaggia cresta montuosa che dalla Macera della Morte scende nell’ascolano a separare la Valle del Rio Castellano dalla Valle del Tronto.
Zone un tempo teatro del brigantaggio, intrise di storia, zone solcate anni or sono da una fiorente pastorizia ed oggi frequentate soltanto da pochissimi appassionati di montagna.
Ci sono tutti gli ingredienti per un giro strepitoso, la conquista di Pizzo di Sevo, che con i suoi 2.419 mt è una delle vette simbolo dei Monti della Laga, saprà soddisfare i puristi amanti della montagna, una discesa così lunga e variegata, invece, saprà soddisfare anche i discesisti più esigenti.
La traccia del percorso
Il giro parte da Umito, e prevede un piccolo recupero da Acquasanta. Dal paese, in corrispondenza di una vecchia chiesa, prendiamo a sx la strada che sale e conduce subito ad un altro bivio, quello con il lunghissimo viale frangifuoco per il Maularo. Sono circa dieci km di comoda carrareccia che serpeggia tra i boschi e che nella parte alta offre grandiosi panorami sulle Cascate della Volpara e su Macera della Morte.
E’ una lunghissima cavalcata in cresta che si discosta leggermente dalla traccia che sarà poi seguita in discesa, passando fuorisentiero per i tratti meno ripidi e dove l’erba è più bassa per agevolare la salita.
Bypassatto il Pizzitello rimane solo il ripidissimo tratto finale per la vetta, il tratto non è lungo ma ripidissimo e metterà a dura prova la resistenza dei nostri polpacci, e col senno di poi, aggirandolo più a sinistra, sarebbe stato molto meno ripido, tenetene conto.
Dopo 5 ore di salita ininterrotta raggiungiamo finalmente la vetta, anche Pizzo di Sevo è stato conquistato.
Ci attende una entusiasmante discesa di oltre 2 ore, si parte con la cresta Sevo-Pizzitello, con ancora scenografiche piccole ultime isolette di neve dove poter mettere le ruote.
La discesa sembra flow su prato ma bisogna fare attenzione perchè invece si nascondono piccole insidie con buche e piccole forre quindi è bene non abbassare la guardia per non ritrovarsi catapultati in terra da questi trabocchetti.
La cresta è comunque bellissima, con alcuni tratti aerei a impreziosire la cavalcata.
Ritornati a Cima Fonteguidone abbandoniamo la cresta e entriamo nel bosco, seguendo l’evidente traccia che inizia a scendere. Purtroppo questo tratto è stato trasformato in strada carrabile e bisognerà perdere 300 mt di dislivello negativo su strada, per giunta polverosa, fino a Colle Pidocchi.
Cresta di San Paolo
Qua, su un pianoro di arenaria la strada si restringe e diventa sentiero, ha inizio la Cresta di San Paolo, un sublime single track che si insinua tra boschi e gigantesche placche di arenaria, regalando affacci sulla Valle del Tronto e su quella del Castellano. L’elemento caratteristico della zona è la Rocca di Montecalvo, un castello appartenuto alla famiglia Guiderocchi che si trova sulla rupe che sovrasta San Martino, visitabile effettuando una piccola deviazione a sx dal sentiero principale. La sua costruzione risale al periodo dell’incastellamento, con l’abbandono della viabilità dei percorsi di fondovalle tipici dell’era romana a favore dei percorsi di cresta.
La parte più suggestiva della cresta la troviamo a Monte Libretti, con un caratteristico passaggio su roccia da immortalale con numerossime foto, d’altronde passaggi del genere non si trovano tutti i giorni.
La cresta termina in corrispondenza del valico di San Paolo, dove riprendiamo il bitume ma solamente per un centinaio di metri in direzione Acquasanta, per svoltare a dx per una strada bianca che sale ripida fino ad arrivare così nei pressi di un’antenna, dove troviamo una indicazione in legno che segna l’inzio dell’ultima parte di discesa.
Sentiero del Tasso
È il bel Sentiero del Tasso, la discesa più conosciuta e rinomata della zona. Il sentiero è abbastanza flow con alcuni passaggi accattivanti su roccia e tratti con tornanti, il classico sentiero enduro per eccellenza, che dopo un tratto scoperto entra nei boschi incrociando la s.p. più a valle. Attraversato l’asfalto, prestando attenzione, è possibile scorgere dalla parte opposta della carreggiata una piccola traccia che precipita lungo la Costa dello Straccione. Ancora l’ennesimo avvincente single track, ancora tanto divertimento in stile wild sul sentiero che scorre nel bel mezzo del Fosso di Matrisciano.
L’avvincente trail che lo attraversa per intero, culminando nella frazione di Cagnano, è conosciuto anche come “Sentiero dei Cinghiali”. Sbucati in prossimità del paese il rush finale si snoda tutto tra le viuzze e scalinate dell’abitato di Acquasanta, ultima iniezione di adrenalina come degna conclusione dell’itinerario.