Durante la settimana i monti sono decisamente più belli, non si incontrano uomini ed anche gli animali sembrano rendersene conto, l’ho capito dall’espressione stupita di un cavallo quando mi ha visto arrivare. Sembra di entrare in una dimensione più intima dei luoghi, gli animali al pascolo scorrazzano liberamente dove non li avevo mai visti, si riappropriano degli spazi più frequentati dai gruppetti di escursionisti che nei fine settimana si avventurano fin qui. Cavalli e buoi, consapevoli della superiorità numerica, mi scrutano da dietro le cime con un’espressione tra il guardingo ed il minaccioso, incuranti della pioggia in arrivo.
Un bel giro in solitaria con partenza da Stazzano e discesa sul versante nord-occidentale del Pellecchia, fino al casale denominato Casa del Pastore e per questo battezzata Discesa del Pastore.
La partenza da Stazzano rende il giro molto più faticoso, aggiungendo al percorso una lunghissima salita su brecciata ed una discesa veloce ma che dà poco sul piano del piacere di guida. Se si vuole faticare meno e godersi di più la discesa più divertente ed impegnativa, è consigliabile partire da Monteflavio.
Da Monteflavio si procede in salita verso la Pineta, poi passando da Serre Ricci si giunge ai piedi del Pellecchia e proseguendo sul versante occidentale, si arriva alla Casa del Pastore, da dove ha inizio la scalata fino a Cima Pellecchia, tutta con bici a spinta.
Durante la salita l’inconfondibile segnale acustico del telefono portatile mi informa che la batteria è esaurita, e non è una bella notizia, in caso di incidente non potrei chiamare i soccorsi e data la pericolosità di questo tratto in discesa, per decidere di proseguire ho dovuto attingere a tutte le mie riserve di incoscienza.
Giunto in cima, il tempo di fare qualche foto e comincia a grandinare, piovono pezzetti di ghiaccio da mezzo centimetro, meglio affrettarsi a scendere.
Si inizia con un tratto nel bosco, il fondo viscido e le radici affioranti richiedono molta prudenza, poi si esce allo scoperto seguendo un trail che avanza sinuoso tra gradoni di roccia fissa ed a scaglie, con brevi dritti e gomiti stretti su cui è molto difficile tenere la rotta, è come navigare a vela nel mare in burrasca, tenere la bici in simili condizioni richiede molta fatica e “toccando terra” si tira un sospiro di sollievo.
Ripercorro fino all’inizio di Serre Ricci lo stradone da cui sono giunto, poi svolto a sinistra sull’antica Via di Monte Pellecchia, una mulattiera in discesa che tagliando il fianco del colle conduce a Monteflafio, e da qui raggiungo Stazzano sul noto stradone.