Dopo un 2023 già segnato da un calo della domanda e della produzione, il mercato europeo della bicicletta rischia ora un contraccolpo ancora più pesante. Dal 2 aprile 2025, gli Stati Uniti imporranno un dazio del 25% su biciclette, e-bike e componenti importati anche dall’Unione Europea. L’Europa si prepara a rispondere con misure simili. Uno scontro commerciale che minaccia esportazioni, prezzi e investimenti nel settore ciclistico.
Il contesto: tra post-pandemia e sovrapproduzione
Dopo il boom del settore tra il 2020 e il 2022, alimentato dalla pandemia, dal desiderio di mobilità individuale e dagli incentivi statali, il 2023 ha segnato una forte frenata in tutta Europa. Il mercato è entrato in una fase di raffreddamento naturale, dovuta a diversi fattori:
- Saturazione: molti consumatori avevano già acquistato biciclette o e-bike durante la pandemia.
- Eccesso di scorte: rivenditori e produttori avevano sovrastimato la domanda futura.
- Inflazione e crisi del potere d’acquisto, che hanno rimandato gli acquisti nei segmenti medi e alti.
- Fine di molti incentivi pubblici all’acquisto di e-bike e cargo bike.
Secondo i dati ufficiali:
- Le vendite di biciclette nell’UE sono scese da 14,7 milioni (2022) a 11,7 milioni di unità (2023).
- Le e-bike, pur reggendo meglio, sono passate da 5,5 a 5,1 milioni di unità.
- In Italia, le vendite sono crollate del 23%, con solo 1,09 milioni di bici tradizionali e 273.000 e-bike vendute.
- La produzione europea ha subito un calo del 24%: da 12,7 a 9,7 milioni di biciclette.
Paradossalmente, il valore del mercato italiano è cresciuto (+24% rispetto al 2019), raggiungendo 2,6 miliardi di euro, segnale che si vendono meno bici, ma più care, più tecnologiche e di alta gamma.
I nuovi dazi USA: un potenziale shock per l’export europeo
La decisione dell’amministrazione Trump di applicare un dazio del 25% su biciclette e componenti provenienti dall’Unione Europea rappresenta una seria minaccia per i produttori europei, soprattutto quelli con una presenza consolidata sul mercato nordamericano.
Principali marchi europei colpiti:
- Canyon (Germania) – leader nella vendita diretta di bici da strada e MTB di alta fascia.
- Orbea (Spagna) – importante produttore di e-bike e mountain bike, molto attivo negli USA.
- Bianchi, Colnago (Italia) – storici marchi orientati alla fascia alta e alle competizioni.
- Focus (Germania), Cube (Germania), KTM Bike Industries (Austria) – attori rilevanti in Europa e in espansione nel mondo.
- Öhlins – azienda svedese leader nella produzione di ammortizzatori e forcelle, dal 2018 controllata dalla giapponese KYB Corporation, ma che mantiene ancora una identità svedese molto forte.
- Campagnolo, DT Swiss, Mavic – aziende chiave per componenti come ruote, trasmissioni e freni.
- Selle Italia, Selle Royal, SMP – leader mondiali nella produzione di selle.
Con i dazi, questi marchi rischiano un forte calo della competitività sul mercato americano, con conseguente riallocazione dell’offerta sul mercato interno europeo.
Questo potrebbe alimentare un’intensa guerra dei prezzi e abbassare ulteriormente i margini dei produttori.
La risposta europea: dazi anche su Fox, RockShox, SRAM e Specialized?
L’Unione Europea ha preannunciato misure di ritorsione, che potrebbero colpire in particolare le esportazioni americane nel settore ciclo:
Principali marchi americani coinvolti:
- Specialized – con la sua linea di e-MTB (Turbo Levo) e bici da corsa, è un brand fortemente presente in Europa.
- Trek, Cannondale – grandi produttori statunitensi con rete capillare di distribuzione nel vecchio continente.
- SRAM e RockShox – fornitori di cambi, sospensioni e freni utilizzati da decine di marchi europei.
- Fox Racing Shox e Marzocchi – sinonimo di sospensioni high-end nel mondo MTB.
Un dazio UE su questi prodotti aumenterebbe i costi per i marchi europei che li montano, spingendo potenzialmente verso fornitori alternativi asiatici.
Il ruolo dei marchi asiatici: Shimano, Giant, Merida
Shimano (Giappone) – è il cuore pulsante della componentistica globale, da city bike a modelli top da corsa ed e-MTB. Fornisce gran parte dei marchi europei. Non è colpita direttamente dai dazi USA-UE, ma una perturbazione della logistica o del mercato globale può influenzarne disponibilità e prezzi.
Giant e Merida (Taiwan) – sono tra i più grandi produttori di biciclette a livello mondiale. Spesso realizzano anche modelli per marchi europei e americani. Se le tensioni commerciali porteranno a una riallocazione della produzione, Taiwan potrebbe diventare ancora più centrale.
Prospettive per il mercato europeo: rischi e possibilità
Effetti attesi:
- Aumento dei prezzi su componenti americani e bici d’importazione.
- Saturazione del mercato europeo, con eccesso d’offerta interna.
- Rischio di crisi per i piccoli produttori, meno attrezzati a sostenere ribassi o perdite sui mercati esteri.
- Stimolo al reshoring e alla produzione europea, ma con tempi lunghi.
- Pressione inflazionistica su prodotti chiave per la mobilità sostenibile.
Servirebbe una strategia europea di protezione e rilancio
La nuova ondata di dazi rischia di mettere in crisi un settore che, negli ultimi anni, si è rivelato centrale per la transizione ecologica, la mobilità urbana e il rilancio economico post-Covid. A fronte di queste sfide, servirebbe una vera politica industriale europea di tutela: coordinata, lungimirante, capace di rafforzare le filiere locali e sostenere l’innovazione. E invece, le istituzioni europee sembrano più impegnate a oliare gli ingranaggi della difesa che la catena della bicicletta.
Fonte dati: ANCMA, Eurostat, BikeItalia, PeopleForBikes, PneusNews, Red-Live, Bicimagazine