Un’esperienza inconsueta per me che amo vagar tra i monti ma che alla prova dei fatti si è dimostrata semplicemente fantastica.
Una lunghissima pedalata sul tratto meridionale della via Francigena, dal Palazzo dei Papi di Viterbo a Piazza San Pietro a Roma, cento chilometri tra le colline della Tuscia Viterbese e la Campagna Romana, attraversando boschi, castagneti e noccioleti, alla scoperta di antiche testimonianze del passato e di scorci panoramici suggestivi sulla natura e sulla Città Eterna.
Organizzatore dell’evento l’Associazione Sportiva Tuscia Bikers Mtb che ha gestito in maniera impeccabile un gruppone di instancabili bikers lievitato nelle varie edizioni oltre le aspettative. Quel manipolo di pionieri che tre anni fa ha aperto la via, l’anno scorso ha radunato quindici partecipanti, ma quest’anno l’incremento è stato clamoroso, alla terza edizione dell’evento eravamo più di sessanta.
Lo spirito quello giusto in queste occasioni: solidarietà e condivisione hanno prevalso sulla competizione, l’obiettivo è arrivare tutti insieme alla meta, tutti vincitori di una sfida personale e collettiva.
Ritrovo alle 7:00 in un luogo magico, la Piazza del Duomo, delimitata dalla Cattedrale e dal Palazzo dei Papi, che nella seconda metà del XIII secolo divenne sede del papato, da quando Papa Alessandro IV (1199 – 1261) vi trovò rifugio per sfuggire alla cattura da parte di Manfredi di Sicilia.
La raffinatissima piazza medievale, sospesa nell’atmosfera eterea del mattutino albor, presto si popola di moderni cavalieri su due ruote, vestiti di colori sgargianti.
Il mio amico Salvatore, che mi ha invitato a condividere l’esperienza, è già pronto con il furgone di Bicidamontagna Bikeshop, impegnato con il team a fornire supporto logistico, seppur pedalando insieme a me fino alla meta.
Foto di gruppo sulle scalinate del Palazzo, poi, poco prima delle 8:00, un serpentone infinito inizia a sfilare nelle vie del centro, addentrandosi nei suoi vicoli più suggestivi.
Si esce dall’urbe di fronte al monumento ai Caduti, auguriamoci sia di buon auspicio a ché non cada nessuno ! 😀 …e diciamo che ce l’abbiamo quasi fatta, solo qualche piccolo “incidente di percorso” ma con coraggio e valore siamo arrivati tutti insieme al Cupolone.
Un breve tratto di asfalto in discesa, poi si svolta sulla Francigena
iniziando subito con un paio di salitelle mediamente impegnative, e la tempra del gruppo viene subito fuori, si pedala in scioltezza tra una chiacchiera e l’altra…
…come se niente fosse, si fatica col sorriso sulle labbra, o quasi…
Salite si, ma anche tanta discesa. Il conteggio complessivo del dislivello segna 1.600 metri di salita e 1.900 di discesa, 300 metri di dislivello negativo in più, per la differenza di quota tra origine e destinazione… per dirla in breve, scendendo da Viterbo prevale la discesa e la fatica è ampiamente ripagata da lunghissime pedalate veloci su fondo compatto e scorrevole. In tutto il tragitto posso ricordare due passaggi tecnici estremamente facili e, comunque, evitabili.
La natura benigna assiste amorevolmente ai rituali degli intrepidi bikers che si preparano ad affrontare la salita più lunga e impegnativa.
Procediamo tra boschi e noccioleti su sentieri e carrarecce che si inerpicano sulle pendici del monte Fogliano…
sbucando magicamente al cospetto di torri imponenti che si stagliano nella campagna, le Torri d’Orlando, il punto più alto dell’itinerario odierno, a quota 470 m slm.
Un monumento funerario di epoca Romana (I sec a. C.) e una torre campanaria di un’abbazia Benedettina di cui restano poche tracce, ma il riferimento ad Orlando, nipote di Carlo Magno, deriva da antichi canti popolari che ricordano la sua nascita in queste torri, mentre la madre Berta si stava recando a Roma dal Papa.
Messa la bici di lato, si tocca un po’ la terra con i piedi, poi storica foto di gruppo e si riparte
per una lunghissima discesa nella valle del Treia, serpeggiando tra noccioleti, boschi e campi coltivati
fino a raggiungere la prima tappa ufficiale, Sutri, dove veniamo accolti dal Sindaco e da un rappresentante della Pro Loco
che ci fanno gli onori di casa con una generosa ed apprezzatissima degustazione di delizie locali.
Rifocillati a dovere vaghiamo all’esplorazione dell’Anfiteatro Romano, poi la foto di gruppo e si inforca di nuovo la bici.
Pedaliamo tra natura e campagne, vivendo la suggestione della necropoli Etrusca di Sutri ed attraversando incantevoli borghi medievali, Monterosi, Campagnano e Formello, per poi approdare alla Roma barocca dei Papi.
Il passaggio sul fiume Treja non passa inosservato, ed accanto alla cascata del Monte Gelato si mettono in posa le belle ninfette !
Una breve sosta e si rimonta in bici, la discesa per adesso è finita, e superato un breve tratto d’asfalto imbocchiamo un sentiero in salita che ci conduce fino a Campagnano. Superato il paese si scende nelle Valli del Sorbo, un luogo affascinante, che per il suo valore naturalistico la UE ha inserito tra i Siti d’Interesse Comunitario. Come tutte le valli però ha un difetto, una volta scesi è necessario uscirne, e con 70 chilometri nelle gambe la salita finale verso Formello per un po’ toglie il sorriso. A sostenere gli animi la crescente consapevolezza che è l’ultimo strappetto prima di un ambitissimo traguardo, il punto ristoro, dove verremo nutriti e dissetati a dovere.
Per nulla appesantiti dall’abbondante buffet, i tre principali organizzatori in forma smagliante, da sinistra, Maurizio, Massimo e Francesco, ma tra i pionieri dell’iniziativa c’è da ricordare anche Stefano, che al momento dello scatto era intento a sorseggiare un caffé, e Marina, consulente per il tratto riguardante Formello.
Satolli e contenti rimontiamo in bici per la prova finale. Ci attende una breve ma divertente discesa fino al torrente Valchetta…
…poi un tratto vallonato ci conduce in un’altra location spettacolare, le cascate dell’Antica Mola sul fosso Piordo, subito dietro i resti dell’antica città etrusca di Vejo.
Il ritorno alla civiltà è alquanto traumatico, La Storta, prima cellula della città tentacolare, ci butta direttamente nel traffico della Cassia.
Per cinque chilometri pedaliamo tra le auto, poi di nuovo natura, si scende nella Riserva Naturale dell’Insugherata, sulla linea dell’Acqua Traversa. Prima una carrareccia, poi un trail che avanza solcando la vegetazione, ma presto la pacchia finisce, si abbandona la linea del fosso per risalire su Via Trionfale. E’ l’ultima salita, ma dopo 90 chilometri di peripezie bisogna radunare tutte le risorse residue nelle gambe per raggiungere la stazione di Monte Mario senza toccar terra.
Si pedala un po’ tra i sontuosi palazzi della Balduina, poi sulla bellissima pista ciclabile di Monte Ciocci, che ci regala un primo magnifico scorcio panoramico sul Cupolone.
Qualche rampetta a gomito stretto e la ciclabile ci sbarca sotto le mura del Vaticano. Ingresso trionfale da Via di Porta Angelico e alle 17:37 siamo nell’abbraccio del Bernini, al cospetto dell’immensa Basilica di San Pietro.
Sui volti stupore e soddisfazione si fondono in una espressione sola, con la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza memorabile.
Ma non è ancora finita… il serpentone colorato si mette in marcia di nuovo, sfilando su Via della Conciliazione in ordine sparso. Poi costeggiando le mura di Castel Sant’Angelo sbarca sulle sponde del Tevere, per una corsa finale verso l’Olimpico.
Ad attenderci quieto nel piazzale un camion extra large sul quale caricare le fedelissime bici
e la pedana sembra fatta apposta per i festeggiamenti finali, con un allegro brindisi a base di Brachetto !
Un evento riuscitissimo, grazie all’organizzazione impeccabile del Tuscia Bikers Mtb, in collaborazione con Vittorio BIKE, MTB Club Viterbo, MTB Formello, gli Amici della Billa di Montefiascone, Tippe Toppe e Bicidamontagna Bikeshop. Logistica, ristoro e conduzione, tutto perfetto, ma soprattutto non è mancato quel qualcosa in più, l’allegria che Maurizio, Massimo, Stefano e Francesco hanno saputo infondere nel gruppo, creando quella magica alchimia delle occasioni speciali.
Per gli appassionati di numerologia, il percorso completo, dal Duomo di Viterbo allo Stadio Olimpico a Roma, è di 114,7 Km, con un dislivello negativo di 1.941 metri ed un dislivello positivo di 1.632. Abbiamo impiegato 10 ore e 44 minuti, di cui 7 ore e 47 minuti sui pedali e 2 ore e 56 tra soste e banchetti.