Un giro tra i primi rilevi della Sabina, abbastanza impegnativo per lunghezza e dislivello, 2.140 metri di salita secondo la strumentazione GPS, molto di più delle proiezioni su cartografia Google.
Partenza in discesa da Montorio Romano e dopo un breve tratto d’asfalto si imbocca una divertente carrareccia, che tra saliscendi attraverso campi coltivati e tratti di macchia selvatica, conduce fino alla via Licinese. L’asfalto rinfranca un po’ dalle fatiche, prima di affrontare la salita finale, tutta su sterrato, per giungere all’agognato Turano che attende disteso oltre la collina.
La fatica si fa sentire, ma finalmente l’orizzonte si avvicina, skyline con cavalli al pascolo, c’è anche un puledrino con la mamma, guadagniamo la sommità della collina, e sotto di noi il versante settentrionale del lago compresso tra ripide e verdeggianti sponde, con al centro la lingua incrostata di casupole di Colle di Tora.
L’altra volta con Max e Guido siamo arrivati fin qui, poi siam dovuti tornare indietro a causa della pioggia, oggi sono con Andrea, e come l’altra volta il tempo non promette niente di buono, ma questa volta si arriva in fondo, dopo una breve sosta riprendiamo il cammino scendendo verso il lago.
A dir la verità la discesa è un po’ deludente, una carrareccia con lunghi tratti cementati, comoda per raggiungere il lago in macchina, ma poco interessante per gli amanti dei trail sinuosi, e da un dislivello come questo ci si aspetta qualcosa di più. Solo al termine della discesa, imboccando un sentiero a sinistra si percorre un tratto un po’ più impegnativo, ma niente di ché, quattro tornantini con pendenze più elevate e qualche sasso, poche centinaia di metri e si giunge al lungolago.
Una sosta in paese per mangiare un panino e si riparte, ma il tempo peggiora, inizia la pioggia, sempre più fitta, che ci accompagna per tutta la salita ed oltre. In primavera la pioggia non bagna, la temperatura mite la rende quasi piacevole, soprattutto in salita, quando lo sforzo ti manda in ebollizione e basta poco per tornare asciutti.
Superata la collina un lungo discesone su asfalto fino a Poggio Moiano, poi uno strappetto e ancora giù fino a Scandriglia, quasi tutto asfalto purtroppo. Poi in lontananza si intravede Montorio Romano adagiato sulla collina, ma raggiungerlo non è così facile, c’è da percorrere qualche chilometro di sentiero in mezza costa attraversando il bosco, un passaggio che sarebbe anche piacevole se non fosse per le pessime condizioni di manutenzione, rovi e rami sporgenti costringono a percorrere lunghi tratti a spinta.
Fuori dal bosco un bel fontanile per bere e rinfrescarsi, poi la dura salita finale al paese.
Un bel giro, lungo e impegnativo, con scorci panoramici suggestivi ma non tanto entusiasmante per chi cerca una guida frizzante e tecnicamente impegnativa.