lunedì, Settembre 16, 2024

Tra gli itinerari più suggestivi e spettacolari che è possibile realizzare nel Parco Nazionale del Gran Sasso, una lunghissima cavalcata in cresta su una montagna gentile, che non chiede mai troppo come capacità di guida tecnica ma che regala emozioni ineguagliabili, in uno scenario naturale maestoso e di pura meraviglia.

La traccia del percorso

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Parcheggiata l’auto vicino al lago di Racollo, attraversiamo interamente l’altopiano di Campo Imperatore interpretando liberamente le linee delle “lame”, i solchi nel terreno realizzati dallo scorrimento delle acque meteoriche e del disgelo.

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Dirigiamo verso Vado di Corno, la suggestiva porta di transito tra la piana di Campo Imperatore e l’altopiano di Navelli, ed il panorama si apre in una sinfonia di colori e forme.

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Sui pendii verdeggianti, un dedalo di sentieri corre serpeggiando verso la valle immersa nelle nubi, creando uno spettacolo naturale che lascia senza fiato.

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Invertendo la marcia torniamo a Campo Imperatore, e sempre su sentiero dirigiamo verso la stazione d’attestamento della funivia.

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Pedaliamo in salita fin sul piazzale dell’Osservatorio per un caffè, ma, volendo, qui l’offerta di pietanze non teme rivali, spaziando dagli immancabili arrosticini abruzzesi, al più esotico kebab, e le nutrite schiere di turisti sembrano proprio apprezzare.

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Tre sorsi dall’aroma intenso e scendiamo di nuovo, per dirigere verso la prima meta di oggi, il Monte della Scindarella.

Una comoda carrareccia ci porta rapidamente a quota 2.190, fino all’antecima Nord-Ovest, e da qui procediamo in freeride cavalcando una spettacolare ed interminabile cresta, con tratti in salita che in ebike risultano completamente pedalabili e tratti in discesa che sembra quasi di volare.

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Il panorama è maestoso, dominato dalle imponenti vette di Pizzo San Gabriele e Monte Brancastello, con le suggestive cascate di ghiaia che scendono dai pendii come fiumi di latte nei prati verdissimi delle valli sottostanti.

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Le pieghe nella linea di cresta offrono scorci spettacolari sul versante settentrionale, rivelando un paesaggio di rara bellezza. Le ripide pareti rocciose, intarsiate dai prati erbosi e dalle cascate di pietre, creano un contrasto visivo affascinante. Questo spettacolo naturale, con le sue forme e colori, evoca una sensazione di meraviglia e rispetto per la maestosità della montagna.

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Dopo la presa d’atto del passaggio, procediamo sulla linea di cresta, consapevoli delle conseguenze di una eventuale sbandata.

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Dopo circa 4 chilometri di riding in quota, un po’ dopo la vetta del Monte San Gregorio di Paganica, un sentiero in mezzacosta ci conduce di nuovo sulle dolci ondulazioni di Campo Imperatore.

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Passiamo accanto alle rovine del vecchio eremo di Sant’Egidio (XI sec.), poi una carrareccia che diviene progressivamente sentiero ci conduce nei pressi del laghetto della Fossa di Paganica, e da qui, attraversando la strada, iniziamo di nuovo l’ascesa, dirigendo verso Cima Faiete (1.918 m).

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La salita è lunga ma la pendenza non è mai proibitiva e con una e-bike si pedala tutta. Lungo il tragitto si susseguono una serie di cime secondarie, ognuna segnata dal proprio cumulo di sassi, poi, quando avevamo quasi perso le speranze, arriva Cima Faiete. Una breve sosta per prendere fiato e riposizionare le protezioni, poi ci tuffiamo di nuovo a briglia sciolta in un paesaggio di una bellezza che lascia stupiti.

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Video-sintesi dell’escursione

Album Fotografico

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