La Romagna è stata oggetto di numerose nostre scorribande ma quando eravamo andati fare questo giro era rimasta in sospeso la discesa regina, in quanto la più scenografica, lunga e tecnica, ovvero lo Zuccherodante, e quindi abbiamo approfittato dell’ultimo we estivo, benchè siamo a metà ottobre, per colmare questa lacuna.
Il giro con soli 1.200 mt di dislivello positivo è stato studiato appositamente per concentrarsi solo ed esclusivamente su questa discesa, che sarà l’unica di giornata, in modo da sfruttarne tutte le potenzialità e concentrarsi solo ed esclusivamente sui tantissimi passaggi molto impegnativi (di difficoltà S4-S5) che si possono effettuare se si cercano le cosiddette varianti tossiche che abbiamo scoperto nel corso degli anni e che si trovano al di fuori del percorso ordinario.
La traccia del giro
Particolarità del giro è comunque una via di salita alquanto inedita per raggiungere il Passo Serra punto di attacco della discesa di giornata, ovvero Il Cammino di San Vicinio, un itinerario circolare che si estende per 300 chilometri tra le provincie di Forlì-Cesena, Arezzo e Rimini e si sovrappone, in molti tratti, all’antico sistema viario romano. Dedicato a San Vicinio, primo vescovo di Sarsina tra il IV e V secolo D.C., si snoda lungo i luoghi che hanno caratterizzato la vita del Santo, attraversando ambienti naturali unici e suggestivi. Di questo cammino noi ne abbiamo percorso solo un tratto della tappa che va da Verghereto a La Verna.
Si parte da Ville di Montecoronaro, piccolo paese ai piedi del Monte Fumaiolo reso celebre dalla produzione della pera cocomerina, una piccola pera coltivata nella zona il cui nome deriva dalla polpa che, nel raccolto più tardivo, assume un intenso colore rosso cocomero e con la quale si cucinano i famosi tortelli e da cui si ricava anche una grappa buonissima.
Dal paese, dopo un tratto vallonato di trasferimento su larga strada carrabile, passato Ca di Vico su una curva secca a destra, si imbocca a sinistra il sentiero 173A il Cammino di San Vicino appunto che ci porterà al Passo Rotta dei Cavalli situato sul crinale spartiacque tra Toscana e Romagna segnato dal mitico sentiero 00.
La salita è rigorosamente da ebike, anzi il primo tratto è quasi al limite anche con questo mezzo mentre con la muscolare si spinge per buona parte.
Man mano che si sale il bosco si scopre un poco e lascia intravedere il paesaggio circostante.
I primi 400 mt di dislivello sono davvero duri poi però la salita si addolcisce e allora comincia il divertimento tra numerosi tornanti e diversi passaggi tecnici su roccia.
Sbucati al valico di Passo Rotta dei Cavalli a quota quasi 1.200 mt, facciamo una piccola deviazione di 500 mt circa per andare a visitare la Buca del Tesoro, un avvallamento doliniforme di origine tettonica formatosi per fratture e crolli degli strati d’arenaria nascosto tra faggi, strati di foglie e massi sparsi.
Vi si accede per uno stretto pertugio ed un pozzetto di circa 3 metri che conduce ad una vasta caverna e per visitarla sono necessarie attrezzature da speleologo. Questa grotta e le sua cavità sono sempre state avvolte dal fantastico e dal mistero ed intorno ad essa si sono sviluppate numerose storie e leggende. Deve infatti il suo nome a narrazioni di tesori che vi sarebbero celati, custoditi gelosamente da spiriti malvagi e che vi furono nascosti addirittura da Annibale o da Uguccione della Faggiola, e che molti, nei secoli passati, cercarono invano e con esiti tragici di impadronirsene.
Il tesoro ambito da tutti non lo abbiamo trovato nemmeno noi ma ci siamo consolati con questo bel passaggio hard.
Ritornati al crinale prendiamo il sentiero 00 che con brevi tratti di salita, inframezzati dalla divertente discesa di Punta dell’Alpuccia, ci porta al Passo Serra (1.150 mt) contraddistinto da un cippo, posto nel 1998 che ricorda questo antico itinerario, e dove terminano anche le nostre fatiche.
Mulattiera dei pellegrini di Passo Serra
Dalle pendici del Monte Zuccherodante si snoda questa splendida mulattiera densa di suggestioni e paesaggi che altro non è che il sentiero CAI n° 177 e Val di Bagno Trek, una “via peregrinorum” descritta in guide duecentesche e percorsa sin dal medioevo dai devoti romei per valicare l’appennino e recarsi a Roma.
E’ questa la nostra discesa di giornata, la madre di tutte le discese della zona, anche se a dire il vero del sentiero vero e proprio noi ne percorreremo solo dei brevissimi tratti in quanto come accennato nella prefazione la bellezza della discesa sta proprio nella presenza di varianti cosiddette tossiche che ci siamo inventati nel corso degli anni per rendere la discesa molto più tecnica e accattivante con passaggi di difficoltà estrema (S4-S5).
Nulla toglie che si può sempre percorrere il percorso classico che risulta molto più facile ma comunque molto divertente e con qualche passaggio S3.
Pronti via e mentre il sentiero scende ad ampi e larghi tornanti ecco subito le prime tre varianti tossiche con due ripidi da paura e con pendenze da ribaltamento, di cui uno in curva, c’è anche una via intermedia con un piccolo drop da copiare.
La prima parte nel bosco è con molti facili tornanti ma le varianti tossiche alzano l’asticella al livello massimo.
Sbucati sulle marne comincia lo spettacolo con il caratteristico paesaggio contraddistinto da paesaggi lunari, il primo tratto è stato attrezzato con corda fissa ma al contempo la sua sistemazione ha reso possibile, con un pò di attenzione, anche il passaggio senza scendere dalla bici.
Ed eccoci ad una nuova variante stile rampage, bisogna arrampicarsi un pò fuori sentiero per raggiungerla ma poi la cresta è da brivido con scariche di adrenalina ai massimi livelli.
In questa parte molto aerea sfruttiamo tutte le creste possibili e immaginabili per creare varianti degne di una mini rampage, il sentiero passa molto più basso e l’attenzione deve essere massima in quanto i tratti risultano molto esposti.
Arrivati a Nasseto termina la parte più aerea e delle marne e si entra nel bosco, da qui in poi le varianti tossiche saranno solo passaggi su gradoni di cui alcuni davvero estremi come il passaggio della ‘Piastrella.‘
In questo tratto le ruote stanno quasi sempre in aria in quanto i drop sono altissimi e bisogna per forza saltare per passarli indenni.
Si susseguono a ritmo incessante super passaggi, l’adrenalina scorre a fiumi con gradoni, ripidi, c’è tutto il repertorio super hard possibile e immaginabile nelle nostre varianti, l’ultimo passaggio poi l’Esplosione è da applausi, chapeau davvero a Nicola per questo passaggio che è l’ultima frontiera del fattibile in bike.
L’ultimo tratto è più scorrevole e possiamo rilassarci un pò fino al fosso delle Gualchiere, ma per non farci mancare nulla dopo la maestà Balassini invece di scendere alle Gualchiere guadando il fosso più volte giriamo a sinistra per un ultimo tratto rock garden davvero pepato dove ci aspetta il passaggio del Traliccio degna conclusione di questa scorpacciata di mtb extreme, dove non ci siamo fatti mancare nulla e come ha detto giustamente alla fine Nicola: “non abbiamo lasciato nemmeno un granello di Zucchero”.