Una escursione in bici nell’altopiano di Castelluccio tra la fine di giugno e la metà di luglio, durante la fioritura delle lenticchie, è un’esperienza straordinaria e unica. Il paesaggio montano, in cui domina il gruppo del Vettore, è reso ancor più suggestivo da pennellate a colori vivaci, con sfumature di rosso, giallo, blu e viola, che si estendono a perdita d’occhio.
La traccia del percorso
Così come si gusta un buon vino, però, prima si apprezza il colore, poi il profumo, e solo alla fine si assaggia, non dirigiamo subito verso i prati in fiore. Parcheggiata l’auto in prossimità di Forca Canapine, ci muoviamo nella direzione opposta a Castelluccio, cominciando ad esplorare le valli interne in direzione Amatrice.
Percorrendo una carrareccia che avanza sinuosa tra le colline verdeggianti, raggiungiamo i pantani di Accumoli, dove buoi e cavalli al pascolo brado si rinfrescano nell’acqua poco profonda, in un contesto naturale da cartolina.
I cavalli, con le criniere al vento, bevono e giocano nei pantani, mentre i buoi pascolano placidamente.
Da questo angolo remoto invertiamo la marcia in direzione Castelluccio, ma non percorriamo la carrareccia al contrario, ci addentriamo tra prati e boschi su sentieri improbabili, alla ricerca di emozioni (passaggi in cresta e qualche single-track) che si rivelano però un po’ troppo fugaci.
Dopo un breve passaggio stradale (provinciale Nursina) inizia la circumnavigazione della piana di Castelluccio, con ascesa sul versante orientale, tutta in fuoristrada, con tratti ripidi ma mai proibitivi, fino allo svalico di monte Macchialta (1.751 m slm).
Da qua inizia una lunga discesa, senza dubbio rinfrancante, dopo tanta salita, ma, trattandosi di una carrareccia sassosa, poco gratificante dal punto di vista del divertimento.
Decisamente notevole, invece, la vista panoramica, ed il Rifugio Belvedere offre un punto d’osservazione davvero spettacolare, con il Pizzo Di Sevo da un lato (ci siamo stati poche settimane fa).
… ed il monte Vettore dall’atro, dove però in bici non si può più andare, purtroppo.
Continuiamo in discesa fino al Rifugio degli Alpini ed a Forca di Presta, dove si intercetta l’asfalto, qui, di lato alla carrareccia, hanno realizzato addirittura una pista ciclo-pedonale, volendo si può andare lisci come sul burro, ma, per quanto mi riguarda, preferisco surfare sui sassi.
Da Forca di Presta, dopo 100 metri di asfalto, si imbocca un single-track a sinistra (finalmente) che con una buona pendenza in discesa ci proietta nei campi fioriti di Pian Piccolo, per un primo assaggio del magnifico mosaico naturale, con il monte Vettore sullo sfondo.
Pedalando nella meraviglia, si passa nel Pian Perduto, nome che deriva dall’antica disputa tra le comunità locali di Norcia e Visso, conclusasi con la sconfitta di quest’ultima, che “perse” il controllo sulla pianura… e alla tavolozza si aggiunge il bianco.
Poi si giunge a Pian Grande, la più estesa delle tre pianure, ai piedi del borgo di Castelluccio di Norcia, ed il mosaico si completa con un altro tassello, il bosco a forma di Italia realizzato nel 1961 sulle pendici del Poggio di Croce, per commemorare il centenario dell’unità d’Italia durante la X Festa della Montagna, una iniziativa del Ministro dell’Agricoltura Mariano Rumor.
Durante la fioritura delle lenticchie la piana di Castelluccio offre un vero e proprio spettacolo naturale. Tra i protagonisti di questa meraviglia ci sono i papaveri, che con i loro petali rosso scarlatto si stagliano sul verde brillante delle lenticchie, creando un contrasto vibrante e suggestivo.
Accanto a loro, i fiordalisi aggiungono note di azzurro brillante e mescolandosi armoniosamente con i papaveri, creano un effetto cromatico che ricorda un dipinto impressionista.
Le margherite, con i loro petali bianchi e il cuore giallo, portano un senso di purezza e semplicità. Le genziane, con il loro blu intenso, sono piccoli gioielli nascosti tra l’erba. Non mancano i ranuncoli, che con i loro petali giallo brillante aggiungono tocchi di sole ai campi. Le viole mammole, gli asfodeli, con i loro alti steli e i fiori bianchi a forma di stella, i trifogli, con le loro infiorescenze di colore rosso o rosa, infine, le orchidee selvatiche, con le loro forme esotiche e i colori variabili, da bianco a rosa, viola e giallo.
Insieme, questi fiori creano un paesaggio di straordinaria bellezza, trasformando l’altopiano di Castelluccio in un giardino naturale dove ogni angolo racconta una storia di colori, profumi e meraviglie. La fioritura delle lenticchie è un evento unico che celebra la bellezza della natura in una delle sue forme più spettacolari.
Il giro prosegue con l’esplorazione del settore settentrionale della Piana di Castelluccio, il Pian Perduto nord, alternando passaggi nei campi fioriti a single-track nei boschi e passi di montagna. Un passaggio molto divertente e vario.
Poi si lambisce nuovamente il paese, ed inizia la lunga ascesa sulle creste del versante occidentale, pedalando su una interminabile carrareccia sassosa che però, soprattutto ne tratto terminale, offre suggestivi scorci panoramici sulla Piana di Castelluccio.
La salita termina in località Coste Forconi, su un cumulo di sassi senza nome segnato da una croce (1.785 m slm).
Da questo punro in poi, salve qualche breve rilancio, è tutta discesa, in prevalenza su sentieri in mezzacosta, sempre fattibili e mai estremi.
In un paesaggio naturale veramente suggestivo.
In sintesi
Itinerario mediamente impegnativo per lunghezza e sislivello, ma completamente percorribile in sella, sia in salita sia in discesa. Le salite, anche quelle più ripide, sono tutte su fondo compatto e padalabili.
I buongustai noteranno un po’ di spreco di dislivello negativo su carrareccia, ma non mancano gustosi single-track nei boschi e passaggi in freeride sui versanti scoscesi, con passaggi divertenti ma mai estremi.
In definitiva, come capacità di guida, è un giro alla portata di tutti, soprattutto in e-bike, in grado di offrire emozioni intense soprattutto se effettuato nel periodo delle fioriture, tra metà giugno e metà luglio.