Era da un paio di mesi che non uscivo in bici con Stefano Scott e sinceramente, dopo tutte le avventure di questa estate, iniziava a mancarmi un giro con lui. Convincerlo non è stato affatto difficile. È bastato dirgli che c’era un nuovo sentiero da scoprire e un trail in discesa tra i più tossici in assoluto, che il giro è nato in poche ore.
La traccia del giro
L’appuntamento è a Pizzoli, precisamente vicino al Castello Dragonetti, in un comodo e largo parcheggio dove c’è anche una fontana. Appena partiti ci dirigiamo su asfalto verso Barete, da qui hanno inizio le ostilità.
Ci aspettano circa 600m di dislivello in portage, l’obiettivo è arrivare sulla Croce Luminosa passando per il 20e conosciuto anche come Pizzo delle Aquile. L’idea di affrontare questo sentiero molto ripido in salita è nata principalmente perché nessuno di noi lo conosceva.
Il 20e si rivelerà una vera sorpresa, talmente bello che decidiamo di organizzare un giro in futuro per rifarlo ma stavolta con le ruote delle nostre bici puntate a valle. Il sentiero sale deciso ma entrambi non sentiamo per niente la stanchezza, l’adrenalina del pensiero di farlo in discesa ci accompagna per tutti e 600 i metri e ci fa stare col sorriso stampato sulle labbra. Mentre lo percorriamo già studiamo le linee da fare in giù ed è una vera e propria goduria. Più o meno a metà salita si passa per la Rocca di Barete e qui la sosta è d’obbligo.
Ripartiamo belli spediti e dopo aver affrontato un paio di passaggi di primo grado finalmente arriviamo alla Croce Luminosa dopo circa 2 ore di salita.
Da qui il panorama è a 360 gradi su tutto l’Appennino. Si vede benissimo la Laga, i Sibillini, il Gran Sasso, il Terminillo, il Velino e la mia amata Majella.
Dopo una breve sosta per rifocillarci, non perdiamo tempo e ci lanciamo subito nella prima discesa di giornata, il misterioso sentiero delle Coste di Rottegianella che a parte qualche bel passaggio su roccia nella parte alta, alla fine non si rivelerà un granché, un drittone mangiafreni su fondo smosso e ripido.
La musica cambia quando intersechiamo il 20c, un sentiero che presenta dei tratti esposti e attrezzati con catena. Dopo un bel sali scendi in circa un quarto d’ora siamo di nuovo a Pizzoli.
Senza perdere tempo iniziamo la seconda salita stavolta passando per Le Ritorte, un comodo stradone bianco che sale bello tranquillo e pedalando senza particolari difficoltà arriviamo in prossimità delle Casette Recchiuti.
Poco prima di queste giriamo a sinistra per andare sul Monte Marine che con i suoi 1491m è il punto più alto di giornata. Dopo un primo tratto a spinta riusciamo a pedalare fino alla croce, il tutto sotto lo sguardo vigile del Monte San Franco che compare imponente alle nostre spalle.
Dalla croce seguendo i paletti con la segnaletica Cai, scendiamo di qualche metro per andare a visitare il bellissimo Rifugio Martinelli. Dopo una breve sosta cibo ci protezioniamo e ci prepariamo psicologicamente ad affrontare il 20b, anche conosciuto come sentiero Martinelli.
La prima parte è un traverso che presenta dei punti esposti ma nulla di difficile a livello tecnico. Ad un certo punto, in prossimità di un cartello, sulla sinistra compaiono un susseguirsi infinito di tornantini stretti su fondo smosso, ripidi ed esposti.
Il sentiero sprofonda a valle e dinanzi a noi vediamo praticamente tutto quello che dovremmo affrontare. Da questo punto in poi il trail diventa veramente cattivo, il fondo smosso non aiuta e l’esposto non da margine di errore, bisogna avere veramente una tecnica e un equilibrio sopra la norma se si vuole uscire vincitori. Ogni tornante è una sfida. Per circa 300m di dislivello è tutto così, una goduria per gli amanti del genere, un incubo per tutti gli altri.
Una volta giunti al Rifugio Chicchirichì molla un po’ la presa, i tornanti diventano leggermente più tranquilli, per via soprattutto dell’assenza dell’esposto. Il trail scivola velocemente a valle per riservarci una bella sorpresa nella parte finale dentro la pineta con bei gradoni su roccia fissa che di fatto sono la ciliegina sulla torta. In pochi minuti ci ritroviamo al punto di partenza e una leggera pioggerella ci accompagna mentre ricarichiamo le bici sulle macchine. Non rimane altro che trovare una bella birra fresca per finire nel migliore dei modi quella che è stata una bellissima uscita come piace a noi. Non ci siamo fatti mancare nulla, portage in salita, ferrate, passaggi estremi e chi più ne ha più ne metta.