A tutti i biker che girano in zona e vogliono cimentarsi con qualcosa di più della solita carrareccia o della discesa che dura il tempo di uno sternuto, propongo un itinerario davvero gustoso. La traccia inizia da Mentana, solo perché parto da casa in bici, ma potete reinventarvi un itinerario a piacimento, come vi fa più comodo, quello che conta veramente è la destinazione finale, il paese dei balocchi.
Lo stile è tipicamente enduristico, unica salita ed unica discesa, con pochissimi rilanci, rigorosamente su singletrack, in un ambiente naturale incontaminato e con scorci panoramici da cartolina. Unica raccomandazione, si tratta di una proprietà privata che potrebbe essere chiusa al transito, e per questo è richiesta una frequantazione discreta ed il massimo rispetto dei luoghi.
La traccia del giro
L’itinerario completo prevede tre discese, sequenziate come un trattamento terapico, la prima più tecnica e adrenalinica, la seconda technical-flow, la terza più sinuosa e rilassante.
Iniziamo con l’hard trail
Terminiamo la salita un po’ sotto la vetta, ed imbocchiamo subito a destra in discesa, solcando un pratone dall’aspetto poco invitante.
Tutto qui direte? No, tranquilli, dopo qualche centinaio di metri svoltiamo a destra ed inizia la giostra.
Il sentiero scende ripido sul fianco del colle, con una fitta serie di tornantini molto sfiziosi e vari passaggi su gradoni di roccia. I gomiti in sequenza non consentono di raggiungere alte velocità, ma i passaggetti tecnici vi sapranno dare soddisfazione.
Al termine dei tornanti c’è un breve rilancio un po’ esposto, occasione per alzare gli occhi e godere dei magnifici scorci panoramici sulla collina di Montecelio, ma non temete, non finisce qui.
Un paio di ripidi ed il passaggio nel bosco, con la sequenza di gradoni finale, riporteranno alta la tensione.
Poi fuori, alla sbarra, e si sale di nuovo per la seconda discesa.
Il video dell’hard trail
Roccette – Technical-flow
Ripercorriamo quindi la stessa salita, tutta pedalabile per chi ha buona gamba (o una e-bike), ma arrivati al punto di imbocco della discesa precedente, continuiamo a salire fin sulla sommità del colle, ripagati da scorci panoramici niente male.
Per non sprecare neanche un metro di discesa, il secondo trail parte dal piazzaletto di vetta, anche se, dopo il ripido iniziale, si innesta per qualche decina di metri sul trail percorso in salita, per poi svoltare a sinistra, dove inizia il vero Roccette Alto.
Questo primo segmento è molto tortuoso, e non si riesce a prendere velocità, anche per la presenza di numerosi sassoni da scavalcare con manovre un po’ bizzarre.
Il video di Roccette alto
Inboccando Roccette Basso la musica cambia, ripidi e passaggetti tecnici sono intervallati da lunghi tratti in discreta pendenza, dando la possibilità di mollare i freni e prendere velocità. Il fondo è perlopiù compatto, con alcuni tratti su roccia, una vera goduria, ed a fare da cornice, scorci panoramici di tutto rispetto.
Occhio all’ultimo tratto, dopo la discesa, alla fine di un breve rilancio in lieve salita, la corsa si chiude su un ripido dal fondo abbastanza smosso e sassoso, e la cosa migliore da fare è lasciar scorrele la bici.
Il video di Roccette basso
Arrivati al termine, iniziamo di nuovo a salire, percorrendo tutto il versante nord-orientale del colle, una salita così dolce e tranquilla che non vi peserà per niente, almeno fino a quando non si giunge al primo fontanile (in disuso). Da qui, infatti, si continua a salire su una carrareccia dal fondo sassoso, con pendenze più accentuate, e si fatica un po’ di più, ma è un tratto molto breve, inframmezzato, peraltro, da scorci davvero suggestivi.
Giunti alla vaccheria diroccata, si prosegue su un single-track dalla pendenza più dolce, con qualche rilancio molto divertente su roccia fissa, e in poco tempo si giunge al punto di partenza della terza discesa.
Il sentiero segreto
Giungere all’imbocco del trail non è proprio agevole, bisogna districarsi in un percorso tortuoso tra erba alta fastidiosa e pungente, facendo attenzione a non lasciarsi ingannare dai vari sentieri tracciati dagli animali, che quasi sempre conducono in vicoli ciechi tra i rovi. Forse per questo è il trail meno frequentato, ma a mio parere è il più bello e seducente.
Arrivati ai margini del bosco la traccia diventa più evidente, ed il sentiero inizia con un ripido che si adentra deciso in un ambiente naturale di grande bellezza. Il sentiero diventa progressivamente più sinuoso, e ci si trova a serpeggiare tra le magnifiche alberature di un bosco da fiaba, immersi tra il ruggine e l’ocra del foliage autunnale, le rocce di un bianco splendente ed il verde smeraldo dei muschi.
Un ambiente naturale bellissimo e misterioso, costellato di testimonianze di un passato di difficile interpretazione, come questa costruzione ipogea, il cui impiego originario è difficile da decifrare.
Su una cosa però non ci sono dubbi, questo è un ambiente naturale fragile, da frequentare con grande attenzione e rispetto.