In questo itinerario siamo andati a percorrere una delle discese più entusiasmanti che si sviluppano sui rilievi che si trovano sopra Trasacco, la 100 pozzi.
Da questi rilievi oltre 100 pozzi si sviluppano altre discese, altrettanto entusiasmanti e di cui una già recensita sul nostro sito ovvero la Romanella.
Ci sarebbe un ulteriore discesa che parte da questi rilievi, ovvero la discesa del monte Lognagna, ma sarà oggetto di visita prossimo autunno, andiamo ora nel dettaglio del trail 100 pozzi.
Il giro prende il via dal paese di Trasacco, piccola cittadina che si trova ai limiti della piana del Fucino. Qui si può fare colazione e rifornimento di acqua, che durante il giro non sarà più presente una volta passato il secondo paese dell’itinerario, Collelongo.
Si parte su strada asfaltata che porta subito fuori dal paese, dove si può subito ammirare la catena montuosa che andremo a solcare.
La strada asfaltata dura poche centinaia di metri per lasciare spazio a una comoda strada sterrata in ombra, purtroppo invasa da tafani in questo periodo.
Si giunge pedalando velocemente e con poco dislivello al secondo e ultimo paese che il giro attraversa, Collelongo.
Appena fuori dal paese si incontra un bivio dove si può scegliere se continuare a salire su asfalto, allungando di parecchio il giro, oppure prendere la bellissima ma durissima strada sterrata.
In questo giro abbiamo deciso di prendere la strada sterrata, ma dopo i primi metri la nostra scelta si è rivelata effettivamente la più dura.
Sia la pendenza che il fondo rendono questa salita molto difficile da pedalare, anche se si ha una buona gamba.
Anche gli amici con ebike hanno avuto in alcuni casi difficoltà a pedalarla, ma in compenso si è quasi sempre all’ombra e il contesto è molto bello.
In cima alla sterrata si incrocia la via di salita su asfalto e da questo punto si gode anche di un bellissimo panorama.
Di fronte a noi i monti Ernici e i Simbruini, con il Pizzo Deta e il monte Viglio che dominano l’orizzonte.
Mentre noi eravamo fermi ad ammirare il panorama, Nicola era invece alla ricerca di qualche giochino da fare… e alla fine lo ha anche trovato.
Da questo momento in poi si segue una comoda carrareccia, che alterna salita a discesa per lunghi tratti, mai impegnativi.
Non mancano i punti panoramici che, grazie alla quota, offrono anche un ottimo punto per fermarsi e fare un piccolo ristoro.
Dopo la meritata la sosta si riparte, sempre su carrareccia che viaggia a mezza costa.
Qui si apre anche il panorama dal versante opposto, con la piana del Fucino in primo piano e sullo sfondo la catena del Velino-Sirente.
Giunti ai piedi del monte Alto si deve affrontare una ripidissima salita, anche qui impossibile da pedalare per la pendenza superiore al 28% e il fondo di ciottoli di grossa pezzatura.
Gli ebiker trovano una via alternativa sulla sinistra, andando fuori pista e girando quindi intorno a questo strappo.
Per questioni di tempo non raggiungiamo la vetta del monte Alto, ma ci vestiamo e puntiamo direttamente alla lunghissima discesa.
Lungo la discesa si possono incontrare degli sfiatatoi carsici, utilizzati in passato per tenere la neve nei periodi estivi.
Da questi fori, da cui prende il nome il sentiero, esce una forte corrente di aria gelida, sembra quasi un condizionatore!
La discesa scorre veloce, con un fondo compatto e mai troppo impegnativo nel primo tratto.
Nella seconda parte troviamo invece qualche rock garden e tratti più tecnici che ci accompagneranno per tutta la parte finale del sentiero.
In conclusione possiamo dire che questo è un giro molto divertente e panoramico, ma con una salita lunga e micidiale nella prima parte.
Senza ebike o se non si vogliono affrontare ripide salite a spinta, consigliamo di salire tramite asfalto, mettendo però in conto che si allunga di qualche km.
Torneremo prossimamente su questi monti, per affrontare l’ultima discesa che non è nel nostro repertorio, ovvero la Longagna.