Senza ombra di dubbio l’itinerario più bello che si possa fare in zona, considerate le tre discese entusiasmanti e lunghissime, i panorami eccezionali e la pedalabilità totale al 100%. Se lo andrete a percorrere nel periodo autunnale come abbiamo fatto noi, avrete anche il valore aggiunto di trovarvi di fronte ad un bosco in versione multicolor, sommando tutto state sicuri che tornerete a casa pienamente soddisfatti .
Il giro, onde poter effettuare tutte e 3 le discese, prevede il recupero auto, lasciandone una a Cantiano e con l’altra salendo al Monte Catria da Chiaserna fino alla località Madonna degli Scout, ma nulla toglie di sacrificare una discesa e concluderlo così in autonomia senza aiuti meccanizzati.
Da quota 1376mt, dove termina l’asfalto, saliamo su carrareccia verso il Rifugio della Vernosa fino a quota 1.460
Giunti ad un tornante ecco che sulla destra ha inizio la prima discesa di giornata, il sentiero 55 recentemente sistemato e pulito a dovere, anche se nella parte iniziale la completa caduta delle foglie ha un pò vanificato il lavoro svolto
e fino ad arrivare a Fonte Acera dove per orientarsi conviene seguire i segni e le frecce rosse sulle piante
Dopo un brevissimo tratto di trasferimento su asfalto in lieve discesa
le condizioni mutano drasticamente e gli scenari si aprono su bei prati dove Nicola viene preso da uno strano raptus
il sentiero diviene di fondo compatto con bei passaggi su roccia fissa
il sentiero da qui in poi è sublime,con tratti velocissimi alternati a curve e controcurve tutte naturali e piccoli frammenti su roccia fissa
Poi la chicca finale con numerosi salti artificiali tutti divertenti e fattibilissimi anche da chi non è abitutato a saltare
fino a sbucare a Chiaserna con l’adrenalina a mille e completamente galvanizzati da quasi un ora di discesa superlativa.
Ci aspetta ora una salita infinita fino alla vetta del Catria, la famosa salita di Ca’ la Strada.
Una carrareccia di 1.300 mt di dislivello positivo da coprire in non meno di 3 ore, di cui i primi 800 mt molto molto dolci con pendenze che non superano mai il 5/6%
la salita comunque non è mai noiosa grazie ai continui e repentini cambi di paesaggio
e più si sale più il bosco si dirada e lascia intravedere le vette circostanti come il Cucco che fa capolino tra le nuvole
Così, senza quasi nemmeno accorgersene, arriviamo al Rifugio Boccatore da dove le cose si complicano un pochino in quanto le pendenze si fanno più accentuate e i 200 mt di dislivello che ci separano dal valico di Pian d’Ortica, si fanno un pò sentire sulle gambe anche perchè sono quasi 2 ore che saliamo ininterrottamente. Ma una volta arrivati la ricompensa è maggiore della fatica
Si vede addirittura il Mare Adriatico
Qui una sosta è d’obbligo anche per recuperare le energie per la parte finale anche perchè il Catria è ancora lontano lassù
Purtroppo causa due forature e le giornate oramai molto corte si è fatto tardi e giunti in prossimità dell’imbocco della cresta del Catria a malincuore decidiamo di abortire la vetta del Catria e scendere subito per il sentiero 53, seconda discesa di giornata.
Si tratta di una delle creste più scenografice e belle dell’appennino che, anche se fatta oramai tante volte, vale sempre la pena di percorrere per le grandi emozioni che dona, mai come in questo caso le foto esprimomo meglio il concetto delle parole
La cresta non è lunga ma la discesa è la pietra miliare di queste zone, un lunghissimo single track con tantissimi tornanti esaltato da dei colori del bosco meravigliosi quest’oggi
La parte iniziale è la più impegnativa con tratti ripidi e tornanti chiusi da chiudere preferibilmente con nose press
Poi man mano che si scende diventa più filante
e nel tratto finale si possono tranquillamente mollare i freni e scendere a più non posso tra le sponde paraboliche naturali del sentiero scavato a mo di pista da bob.
Inebriati più che mai da questa fantasmagorica discesa sbuchiamo in località La Croce sopra Chiaserna così soddisfatti che sembra di toccare il cielo con un dito, ma il giro ci riserva ancora altre sorprese, c’è la ciligina sulla torta del Petria. Atraversato l’asfalto infatti ecco l’ultima salita di giornata che è di breve durata, circa 20 minuti e su strada sterrata comodissima che poi lasciamo per un single track in technicolor
che ci porterà in cresta al Monte Petria
da dove si gode una visuale pivilegiata sul Catria
ma soprattutto da dove comincia l’ultima discesa di giornata autentico capolavoro di sentiero, un single track romagna style con rocce fisse e ripidi, un finale migliore non potevamo chiederlo, è la discesa più corta delle tre ma vi garantiamo che si tratta di 20 minuti di pura libidine fino a Cantiano dove ritroviamo l’auto lasciata diverse ore prima.
Per concludere alcune notizie riepilogative del giro: se fatto con recupero si tratta di 1600+ e 2600- ; il giro si presta molto ad essere percorso anche con Ebike, da preferire le bici biammortizzate ma fattibile anche con una front anche se le discese presentano dei tratti un pò complicati per questo tipo di mezzo. Senza recupero, causa l’alto dislivello, bisogna per forza di cose sacrificare una discesa e quindi consigliamo o il 53 e il Petria o il 55 e il Petria, entrambi i giri sono di circa 1300 mt di dislivello.
Buon divertimento.