giovedì, Dicembre 26, 2024

Come ogni settimana consulto vari compagni di uscite e i relativi percorsi. Alcuni vanno troppo lontano, 500 km tra A/R , e io sinceramente non me la sento di affrontare il viaggio da solo; altri hanno da fare e restano nei dintorni, e io?

Il Venerdì sera guardo varie tracce ed una mi colpisce più delle altre, il monte Viglio, ma è un itinerario all-mountain e ad andare da solo non mi fido; vado a letto… Mi alzo la mattina presto, carico la bici, fatta colazione esco dal bar ma ho ancora il dilemma di dove andare, poi taglio la testa al toro e decido per il Viglio.

Non avevo caricato la traccia, quindi ritorno a casa accendo il PC e la carico. Finalmente  parto… e lo so, tutte le rotelle a posto non ce l’ho!

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Arrivo a Filettino alle 10, parcheggio la macchina e parto. Avevo studiato e preparato questa traccia optando per lo sterrato, ma il ginocchio sx dopo un paio di km mi da un po’ fastidio, quindi decido che lo sterrato lo farò al ritorno, e proseguo per l’asfalto.

In un’ora e venti con andatura media, senza forzare, arrivo a Serra S. Antonio – circa 10 km – dove comincia lo sterrato. Giungo a Fonte della Moscosa, la prima salita ripida da affrontare.

Superata questa, c’é un pianoro; fatti 400 mt diventa sentiero CAI abbastanza ripido, provo a farlo in bici ma, non conoscendo la strada, decido di scendere e spingere la bike per risparmiare le forze.

Circa 50 mt di ascesa  e arrivo alla croce del Belvedere, breve sosta per ammirare il panorama e riparto a spinta, due simpatici signori mi vedono e mi dicono: “ma ‘ndo vai ?”, ed io: “in vetta al Viglio“, loro: “Ma si sicuro? Lascia perde, viette a fa un goccetto…”.

Quattro chiacchiere e gentilmente rifiuto e proseguo nel mio percorso.

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Man mano che salgo la visuale si apre sempre più, regalando una magnifica vista, tappeti di Genziana (sia Verna che Acauilis), che rendono la vista spettacolare, quel blu è una meraviglia!

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A 600/700 metri di distanza un gruppo (forse una trentina) di escursionisti mi precede. Arrivo alla prima sommità e li raggiungo. Uno di loro mi dice: “Non è mica stupida l’idea“. Rispondo: “Assolutamente no . Forse un po’ incosciente!”.

Proseguo un tratto in sella e li supero quasi tutti. Prima di proseguire, vado a vedere la statua di San Giovanni Battista che si affaccia sulla Valle Roveto. Il panorama è bellissimo, riscendo e proseguo ancora a spinta finché, arrivato nei pressi dei Cantari, invece di proseguire per il tracciato che avevo disegnato, decido di passare sopra.

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L’idea non è risultata sbagliata, perché,  così facendo, per la prima volta ho ammirato una finestrella a rombo formatasi nella roccia. II problema, però, è stato scendere da lì. Il sentiero è impedalabile, ripido e a punti molto stretto,  da costringermi a fare le più bizzare manovre (consiglio a chi la vuole vedere di andare si … ma poi tornare indietro dallo stesso percorso, e proseguire per il comodo e pedalabile sentiero sottostante).

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Superato il passaggio più critico risalgo in sella fino sotto al Gendarme, che aggiro tramite un sentiero che si trova alla sua dx. Qui comincia il primo portage. Man mano che salgo intravedo la croce del Viglio che mi dà una piccola carica per arrivare su.

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Il panorama è mozzafiato; il Monte Viglio, con i suoi 2156 mt di quota, offre  una vista a 360 gradi.  Fatta la meritata sosta, mi preparo e riparto.

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Il sentiero è ripido ma si presenta abbastanza flow, un mezzanello tutto sulle creste con brecciolino sulla prima parte, che mi costringe a fare surfrider,  per poi diventare più fattibile.

E’ un vero piacere guidare qui, è un flow tecnico tra piccole rocce e sassi, ma nulla di estremo. Fantastico a mio parere e durerà fino a Valle Granara.

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Fare attenzione al km 20, c’é stato un aggiornamento al sentiero non riportato sulla carta, quindi meglio proseguire sulla traccia battuta a terra dagli escursionisti (che si vede). A questo punto siete quasi arrivati a valle, non vi potete sbagliare.

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Arrivato a Valle Granara, prima un po’ di asfalto, poi prendo il sentiero che avevo disegnato; non è monotono, rocce e sassi non faranno annoiare, arrivando alla prima fonte d’acqua fresca al km 22,7 (dove rinfrescarsi è d’obbligo!).

Da qui un km e mezzo e si arriva a Filettino.

Gallery fotografica HD

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Il percorso prevede tre chilometri di spingismo, per i più allenati forse due. E’ necessario portare almeno un litro e mezzo di acqua.

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