Itinerario All Mountain nel quadrante sud-orientale dei Lucretili, appagante sul piano della guida tecnica, con salite impegnative e discese da brivido, ma che al contempo offre la possibilità di vivere una esperienza di grande valore culturale, seguendo le tracce dell’acqua, fonte di vita e risorsa primaria per l’organizzazione e lo sviluppo delle attività umane.
La valle dell’acqua
Partiamo da Vicovaro, nel cuore della valle dell’Aniene, qui, in una zona non più identificabile, attorno al 300 a.C. captava l’acqua l’Anio vetus (Aniene vecchio), il secondo acquedotto che riforniva d’acqua Roma antica, costruito circa mezzo secolo dopo il primo, l’acquedotto Appio, che attingeva dalle sorgenti dei monti Prenestini.
Dopo tre secoli di esercizio e diversi interventi di ristrutturazione, le notevoli fluttuazioni stagionali della portata d’acqua, con drastiche diminuzioni nei periodi di siccità e l’intorbidamento in occasione di forti piogge, suggerirono di destinare l’Anio Vetus all’irrigazione di ville e giardini ed all’alimentazione di giochi d’acqua e fontane.
L’approvvigionamento idrico per impieghi più nobili fu affidato ad una nuova struttura, l’Anio novus, che captava l’acqua più a monte, nell’alta valle dell’Aniene, tra Agosta, Marano Equo e Arsoli, area ricca di sorgenti provenienti dai Simbruini, dove in seguito furono situate le opere di presa di altre due strutture, l’acquedotto Claudio e dell’Acqua Marcia, impianti tutt’oggi in funzione.
La valle dell’Aniene, quindi, costituisce da sempre una delle più importanti vie d’acqua, concentrando nel tratto tra Mandela, Vicovaro e Tivoli, quattro poderose condutture idriche destinate a dissetare la Capitale del mondo antico. Giungendo nei pressi di Tivoli poi, gli acquedotti abbandonavano l’Aniene per dirigessi verso i monti Prenestini, sfruttando la conformazione orografica per giungere con una pendenza costante fino in città, tra la Tuscolana e l’Appia Nuova, l’attuale Parco degli Acquedotti.
Ma il nostro itinerario abbandona presto l’Aniene, percorrendo a ritroso le vie dell’acqua fino alle sorgenti in quota.
Dalla Tiburtina svoltiamo in direzione Licenza, costeggiando l’omonimo torrente, che in epoca pre-industriale ha costituito l’elemento portante dell’economia locale, alimentando l’agricoltura irrigua della valle e fornendo forza motrice per la molitura di cereali e la produzione di olio.