Una uscita notturna senza precedenti, da Monteflavio alla vetta del Pellecchia attraversando la faggeta monumentale sul versante occidentale del monte, sosta in vetta per godere della magnifica vista sulla Città Eterna, poi giù in discesa sul versante orientale.
La partecipazione all’evento organizzato da BiciDaMontagna Guidonia in collaborazione con BiciNatura è stata veramente numerosa. Sul piazzale dello stadio di Monteflavio contiamo 18 bikers, tutti con il proprio bagaglio di esperienze, enduristi esperti, tra cui gli amici del TTC, ed anche rider con formazione XC, ma tutti fortemente motivati a compiere un’impresa che resterà agli annali.
Partiamo un po’ in ritardo, il sole è ormai scomparso all’orizzonte e non c’è neanche la luna a rischiarar la notte, buio pesto. Attraversiamo Monteflavio, siamo in tanti e con tutti quei faretti non passiamo inosservati, le vecchine sedute fuori dall’uscio di casa ci incitano come fosse il giro d’Italia.
Incontri inattesi
Motivati da tanta partecipazione procediamo spediti verso la Pineta, e giunti in cima, nell’area barbecue, una bella sorpresa.
Risate nel buio, intravediamo una simpatica comitiva che tra un sorso e l’altro rievoca i vecchi tempi.
Vedendo i bagliori delle lampade restano increduli, ma in un attimo il cerchio si allarga e siamo con loro, a sorseggiare un rosso liquoroso che sembra Porto.
Breve piacevole sosta, e si riparte con in bocca un buon sapore e più fuoco nelle gambe.
Lo spettacolo da Serre Ricci
Così la salita per Serre Ricci sembra più lieve, poi, oltre il bosco, un primo assaggio della magnifica vista panoramica su Roma…
Contemplazione mistica…
Non è facile inforcare di nuovo la bici e proseguire verso il Pellecchia, sulla via della neve, ma il pensiero di ciò che ci attende 400 metri più in alto è una motivazione sufficiente.
In poco tempo siamo nei pressi del rifugio del Pastore, da qua in poi si procede a spinta…
La scalata del monte
Ci addentriamo nel buio su uno stretto sentiero che avanza in salita su gradoni di roccia e sassi, poi inizia il bosco, ed il fondo diventa più terroso.
Di tanto in tanto si sentono degli sbuffi tra gli alberi, lungo il pendio scosceso, sono gli animali al pascolo brado, cavalli e buoi, che qui riparano di notte.
La fatica comincia a farsi sentire, si procede tirando su il manubrio per posizionare l’anteriore su un gradino di roccia, poi il posteriore strattonando la sella; qualcuno carica la bici in spalla procedendo in portage, qualcun’altro si accolla zaino e mezzo dei bikers più provati.
Un lungo serpentone raggiante percorre le pendici del Pellecchia illuminando il bosco.
La sosta in vetta
Pian piano tutti arrivano sulla groppa del monte, fuori dalla vegetazione più fitta. Si procede ancora in salita verso la croce di vetta, ma le pendenze meno proibitive consentono a qualcuno di rimontare in sella.
Il chiarore tra le chiome degli alberi svela una magia inattesa, la luna che sorge dall’altro versante, proprio dietro la croce di vetta.
Una immagine evocativa, ma per fortuna è il Pellecchia non il monte Calvario, e arrivati in cima la sofferenza è finita, possiamo finalmente riposare e goderci la magnifica vista.
La valle appare come un enorme braciere ardente, e in qualche modo è così, la città brucia !
Spegniamo i fari per meglio contemplare tanta bellezza, l’aria è fresca, la fatica un ricordo lontano.
Basta veramente poco per stare bene, un sorso d’acqua, qualche morso a un panino e quattro chiacchiere tra amici, non serve altro… Poi qualcuno inizia ad indossare le protezioni, e la frenesia di cimentarsi con la discesa diventa incontenibile…
Si parte !
La discesa
A nulla valgono le esortazioni ad andar piano, il gruppo di testa procede spedito nel buio, segue una lunga coda più cauta e prudente, ma nei passaggi critici ci si ferma a compattare il gruppo, controllando che non manchi qualcuno. Superato il primo tratto nel bosco, più flow e veloce, inizia la parte dal fondo smosso e sassoso, poi il passaggio finale su roccia friabile… Un magnifico trail, solo qualche ramo in terra di troppo, ma è un sentiero naturale, percorso in prevalenza dai trekkisti, nessuno si mette a pettinarlo.
La Gallery completa
Giungiamo tutti sani e salvi alle auto, ancora provati dall’ultima salita, ma con la consapevolezza di aver preso parte ad una impresa epica, e dato il grande successo, gli organizzatori, BiciDaMontagna Guidonia e BiciNatura, intendono proporre l’esperienza anche l’anno prossimo.
Ringraziamo Federico Criscimanni, organizzatore e sponsor dell’evento, l’insostituibile supporter Giangi Giangiello, gli amici del Tibur Trail Center, Giorgio Piccinini, Alessandro Cecchetti e Stefano Gianninoto e tutti gli altri numerosi partecipanti.
In ordine alfabetico:
Danilo Paoloni
Davide Borea
Gianluca Proscio
Marco Carpentiero
Marino Cassanelli
Mario Passacantilli
Maurizio Azzara
Mirko Para
Pierfranco Zingarelli
Sach Mtb
Sara Araia
Stefano Tardozzi
Un doveroso ringraziamento anche alla luna per aver rischiarato la notte, al ponentino per averci rinfrescati, e potrei ringraziare anche me, ma lo ritengo superfluo. 😀
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