Le forature rappresentano una delle più frequenti seccature per chi pratica mountain bike e la ruota tubeless latticizzata è il metodo più efficace per ovviare al problema.
Montare coperture spesse e camere da DH, infatti, può ridurne la frequenza ma il prezzo da pagare si misura soprattutto con il peso.
Una buona ruota tubeless elimina completamente le forature più piccole, causate da spine e schegge sottili di pietra o legno, che soprattutto nel periodo estivo, con pneumatici caldi, rappresentano la causa più frequente. Il lattice contenuto all’interno della ruota, infatti, sigilla prontamente il foro senza che il biker si accorga dell’inconveniente ed in molti casi ripara anche fori più grandi, fino a 3 o 4 mm, causati da vetri, chiodi, filo spinato, ecc. Si avverte il classico sibilo e una fuoriuscita di liquido dal foro ma continuando la corsa quasi sempre la falla si occlude in poco tempo e basta una breve sosta per ripristinare la pressione giusta ed il problema è risolto.
L’unico inconveniente delle ruote tubeless è il costo, assai superiore a quello dei cerchi tradizionali, per le speciali lavorazioni necessarie ad ottenere un cerchio a tenuta d’aria.
Esistono numerosi sistemi per “latticizzare” i cerchi tradizionali, montando uno specifico flap o nastrando la parte interna del cerchio per sigillare i fori passa-nippli, ma si tratta di metodi di breve durata e con un rapporto qualità/prezzo assai discutibile.
Nelle varie ricerche mi sono imbattuto in un metodo per realizzare ruote tubeless a partire da cerchi tradizionali che è geniale per la semplicità di esecuzione e sorprendente per la sua efficacia, il metodo Getto Style, ideato da chi, probabilmente, disponendo di pochi mezzi ha risolto il problema con l’ingegno.
Bisogna solo munirsi di una camera d’aria più piccola rispetto al diametro del cerchio, meglio se con una valvola schrader smontabile, di un paio di forbici e di un taglierino.
Si taglia la camera d’aria sul dorso per tutta la sua lunghezza, per poi disporla sul cerchio esercitando una leggera trazione, visto che la misura è più piccola, poi si monta la copertura normalmente, usando l’accortezza di far fuoriuscire i due lembi della camera d’aria tagliata dai lati del cerchio, passando sotto il tallone della copertura, per fare in modo che con il gonfiaggio la camera resti imprigionata tra il cerchio e la copertura, garantendo una efficace tenuta d’aria..
Per comprendere bene l’operazione basta guardare attentamente il filmato.
Si procede quindi gonfiando la ruota con l’ausilio di un compressore, strumento indispensabile per garantire il volume d’aria necessario a far aderire prontamente il tallone del pneomatico al cerchio, arrestando immediatamente le iniziali perdite d’aria.
Per l’inserimento del lattice nella ruota si possono usare diversi sistemi, il più pratico in fase di montaggio (quello proposto nel filmato) consiste nel sollevare leggermente un tallone del pneomatico appena prima della chiusura completa, versando con un misurino o una siringa la quantità di liquido necessaria (attenersi alle indicazioni specifiche del prodotto). Un altro sistema, utilizzato più di frequente nei rabbocchi periodici, consiste nell’estrazione del corpo interno della valvola con l’apposita chiavetta, per inserire il liquido con una siringa, dopo aver sgonfiato il pneumatico. L’unica controindicazione sta nel fatto che lo sgonfiaggio può causare lo spostamento della camera d’aria disposta sul cerchio, rendendo necessaria una nuova installazione. Il metodo più semplice e sbrigativo, sia in fase di montaggio sia per il rabbocco periodico, consiste nell’effettuazione di una iniezione di lattice bucando la ruota gonfia con una siringa. Il foro viene sigillato dal lattice subito dopo l’estrazione dell’ago, niente di più semplice, basta dotarsi di un ago grosso per evitare che il lattice lo otturi.
L’intervento è terminato, si passa alle rifiniture, con il taglierino occorre rimuove la parte di camera d’aria in eccesso facendo attenzione a non incidere la copertura.
Il sistema è efficacissimo, si adatta a tutti i profili e la camera d’aria interposta tra cerchio e copertura impedisce gli stallonamenti e lo scivolamento del pneumatico sul cerchio in caso di frenate violente.
L’ho sperimentato per anni prima di comprare dei cerchi tubeless nativi e posso garantire personalmente.