Percorso tecnicamente poco impegnativo ma abbastanza faticoso per la distanza percorsa.
Partenza in discesa su asfalto, da Monterotondo si scende verso il Tevere per poi proseguire verso sud fino alle cave di Riano, dove, imboccando una strada bianca, si percorre un tratto in salita giungendo sulla sommità della collina in cui si svolge l’attività estrattiva. Da qui la sterrata diventa un sentiero che si addentra nella vegetazione e se non si ha fretta è possibile guadagnare una prospettiva sulle cave dall’alto. Una gigantesca voragine, una ferita profonda nel ventre della terra, grande da far perdere il senso delle proporzioni. Una cavità immensa, scavata in quasi un secolo di attività, tanto che ciclicamente riemerge come possibile sito per la realizzazione della nuova discarica di Roma. Sarebbe una disgrazia, una immane catastrofe, pensateci quando non avete voglia di differenziare i rifiuti, imbottire di spazzatura luoghi come questi è un crimine contro l’umanità.
Dopo una discesa su single track si sale ancora un po’ verso Riano, scorgendo lungo il percorso alcune testimonianze delle accese proteste degli abitanti contro l’ipotesi di destinazione dell’area della cave a discarica di rifiuti.
Superando Riano, dopo aver percorso un tratto di Flaminia, si svolata a sinistra percorrendo una discesa ripida fino a raggiungere il parco di Vejo ed, oltre, un lago di pesca sportiva. In zona c’è una sorgente di acqua minerale naturale, dove è possibile dissetarsi prima di imboccare un single track che segna l’inizio del tratto più bello di tutto il giro.
Per tutto il percorso che dal parco di Vejo attraversando le Campagne di Castelnuovo di Porto giunge fino a Passo Corese, solo campagna incolta e pascoli, un ambiente naturale di quieta bellezza, con frequenti apparizioni di animali intenti a nutrirsi della grassa vegetazione. Mucche, tori, cavalli, qualche asino e anche cinghiali in branco, gironzolano liberamente e serenamente ma con occhio vigile ci osservano. Un consiglio, movimenti discreti, non strillate e restate a distanza, perché anche l’animale più mansueto e tranquillo può diventare pericoloso se insidiato o se avverte un pericolo per i piccoli.