martedì, Dicembre 3, 2024

Un percorso realizzato integrando varie tracce, un vecchio passaggio usato dagli Escursionisti Mtb Monterotondo per giungere alla stazione di Macellina, il giro del Monte Catillo di Paola e Gino, la variante del TTC in alternativa al bosco …ormai impraticabile. L’itinerario è davvero superbo, panoramico e divertente e consente di visitare le splendide sugherete che ricoprono la cima del monte. Una bella scoperta e occasione per conoscere personalmente una amicizia di facebook Mauro Di Michele, biker d’esperienza ed ottimo conoscitore del territorio Sabino.

Antefatto, la riscoperta della via di Crepacuore

Tutto comincia con Pedro che sostiene di aver trovato un bellissimo passaggio per Tivoli, un po’ dopo Castelchiodato, dalla Palombarese inizia un percorso tutto in fuoristrada fino alla stazione di Marcellina.

Sabato parte per le vacanze, lo facciamo venerdì.

Bello, fondo cementato o sterrato ben battuto, tutto pedalabile, procede connettendo molti dei torrenti che si formano nell’ampia vallata tra il colle di Montecelio e quello di Marcellina. Prima si segue il Fosso Valzoletto, poi si va verso il Fosso Saina, poi verso il Vannoni, infine il Castello. Il risultato non è affatto male, si pedala fino a Marcellina all’ombra di fitta vegetazione ripariale, con lo scroscio dell’acqua sorgiva di sottofondo. E’ la storica via di Crepacuore, già percorsa con gli Escursionisti in qualche remota occasione, poi svanita nelle pieghe della memoria.

Dalla stazione di Marcellina raggiungiamo Tivoli su asfalto, bella scoperta, le cascate dell’Aniene, ci ero già passato, ma visti dalla bicicletta i luoghi paiono diversi.

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Sosta nel centro storico e rientro un po’ affrettato, non studiato, molto asfalto.

Definizione del percorso

La via di Crepacuore apre un varco piacevole e divertente verso Tivoli. Passando tra il colle di Marcellina e quello di Montecelio, un passaggio ad anello sulle creste del monte Catillo diventa un obiettivo fattibile. Dalla stazione di Macellina, punto d’arrivo della via di Crepacuore, innesto il Monte Catillo di Paola e Gino, per arrivare a Tivoli in fuoristrada, poi una variante del  Tibur Trail Center  di Tivoli per salire sulle creste con un passaggio alternativo al bosco, ormai impraticabile. Poi la discesa verso Marcellina dove è prevista una sosta pranzo. Il rientro aggancia la via di Crepacuore, un po’ oltre la stazione di Marcellina, poi su single track nel bosco di Gattaceca.

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Il progetto è pronto, domenica si gira.

 L’escursione

Appuntamento allo stadio con Jaco e il Principe, si aggiunge Mauro Di Michele, Presidente del gruppo Pedalando, esperto biker e ottimo conoscitore del territorio sabino. Si parte! Bello, percorriamo passaggi conosciuti fino a Castelchiodato, poi un pezzo di Palombarese… ed inizia la magia di via di Crepacuore, fino alla stazione di Marcellina. Poi all’avventura, a Tivoli in fuoristrada, su un passaggio mai percorso.

Perplessità davanti a un cancello con tanto di catena, una casa infondo, una fattoria. Appropriate prove meccaniche, frutto dell’esperienza, svelano che il lucchetto che chiude la catena è solo appoggiato, non aggancia. Percorrendo la sterrata in direzione della fattoria, si svela disabitata, utilizzata nelle parti ancora in piedi come ricovero attrezzi e spogliatoio. Molto frequente da queste parti.

Dalla casa inizia un sentiero poco tracciato, che più avanti diviene una ripida e sassosa discesa sulla traccia di un incanalamento d’acqua piovana, un pezzo bello, guida tecnica, emozionante. Percorrendo qualche saliscendi si arriva in prossimità di Tivoli, rifornimento d’acqua, e inizia la dura scalata del Monte Catillo. Si abbandonano presto le prime rampe in salita per seguire il sentiero CAI che si inerpica sulle creste.  

Bei passaggi di mezzacosta, in salita con roccia esposta, a tratti si procede a spinta, ma gli splendidi scorci panoramici su Tivoli, il colle a doppia gobba su cui è arroccato Montecelio, l’interminabile pianura verso il mare, ripagano ampiamente lo sforzo della salita. In cima la magnifica sughereta, tra le comunità più preziose e vulnerabili della Riserva Naturale di Monte Catillo,  la cosiddetta “Sughereta di Sirividola”, un bosco di sughere con sottobosco di Styrax officinalis L. di grande interesse scientifico (per approfondimenti sulle varietà botaniche).

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Saliscendi su single-track in cresta, con un po’ più di roccia esposta e sassi che costringono a procedere a spinta nel primo tratto, poi inizia una discesa più divertente, e si procede serpeggiando tra alberi imponenti e macchia mediterranea dagli aromi intensi.

Un bel giro, passaggi tecnici divertenti, salite impegnative e bellissimi scorci panoramici. Da non prendere alla leggera però, da affrontare solo con una discreta preparazione fisica ed una buona esperienza di guida in fuoristrada.

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